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SANTA MARINELLA - Nell’ultimo consiglio comunale è stata approvata la mozione “Voto Dove Vivo”. L’atto, illustrato dal capogruppo del Pd Paola Fratarcangeli, fa riferimento a una proposta di legge del 2019, relativa alla modifica delle procedure elettorali per consentire l’esercizio del diritto al voto ai cittadini fuorisede. La mozione, votata solo dalla maggioranza, impegna l'amministrazione ad avviare un'azione di sensibilizzazione nei confronti di parlamentari e cittadinanza, per l'approvazione della proposta di legge che giace in Parlamento da tempo che punta a modificare le procedure elettorali e consentire l'esercizio del diritto di voto ai fuori sede, studenti, lavoratori, persone malate e tutti coloro che non si trovino nel proprio Comune di residenza e che, con l’approvazione di questa legge, non saranno più costretti a tornare nel luogo di residenza o a rinunciare all’esprimere il proprio voto. “Questa mozione – dice la Fratarcangeli - rappresenta un primo passo importante nel percorso che la politica deve intraprendere per arginare il fenomeno dilagante dell'astensionismo che, negli ultimi anni, è cresciuto soprattutto tra le ragazze e i ragazzi che studiano fuori sede. Non è concepibile sminuire il valore della partecipazione e del protagonismo di una nuova generazione che si vede tagliata fuori dai momenti elettorali e quindi non rappresentata. L‘Italia, al momento, è l’unico Paese in tutta Europa a non permettere il voto fuori sede, è inaccettabile lasciare circa cinque milioni di studenti e lavoratori fuorisede senza il diritto di votare”. Al Parlamento accade che il testo proposto dal Pd, è stato stravolto e ridotto e quindi l’emendamento, presentato in Commissione affari costituzionali del Senato, intende consentire l'esercizio del diritto di voto da parte degli studenti fuori sede in occasione dell'elezione dei membri del Parlamento europeo spettanti all'Italia per l'anno 2024. Se l’emendamento passasse, per la prima volta gli studenti fuorisede potrebbero finalmente votare nel loro Comune di domicilio. Il problema, però, riguarda il fatto che l’emendamento parli solo di elezioni europee e referendum, niente politiche, comunali e regionali, escludendo di fatto tutte le altre consultazioni che avranno luogo contestualmente. Un problema non da poco per gli elettori che l’8 e il 9 giugno saranno chiamati al voto per le regionali in Piemonte o per le amministrative in 3.700 Comuni. Quindi si ritorna al punto di partenza o si opta per il ritorno a casa oppure per il non voto. Sarebbe opportuno che il Governo smetta di fare ostruzionismo su un tema così importante e consideri che le grandi democrazie sono nate grazie “al peso elettorale” delle giovani generazioni che hanno diritto ad essere rappresentate”.
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