Milano, 10 giu. (Adnkronos) - "La prima gravidanza (da una relazione precedente, ndr) è stata una spinta, alla seconda (con Giulia, ndr) è come se nella mia testa potessimo fare dei passi indietro: l'obiettivo di acquistare casa sarebbe saltato, l'obiettivo della mia promozione sarebbe stata messa in dubbio, come rallentare la strada che avrei voluto fare. Chiesi a Giulia di rimandare di un anno, ottenuta la promozione avrei lavorato solo in orario diurno e avremmo avuto una posizione economica migliore". Lo afferma Alessandro Impagnatiello, a processo per l'omicidio della compagna 29enne incinta al settimo mese. Nel suo interrogatorio ricorda come Giulia desiderasse quel bambino: "Sì, lo voleva ma nelle primissime settimane condizionata dalle mie reazioni altalenanti aveva preso in considerazione l'idea di abortire" e svela come il nome Thiago "era uno dei probabili nomi, era tra le mie preferenze e a Giulia dispiaceva meno di altri". Dal banco degli imputati ribadisce che la 29enne "era la donna con cui volevo passare la vita. Dopo un mese e mezzo che conoscevo Giulia ho pensato 'è lei'" e quando Impagnatiello rivela che ha già un figlio, lei risponde "'Io voglio te e tutto quello che ti circonda'" e con il piccolo era riuscita a creare da subito un rapporto di complicità.