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CALCATA - Architetti, direttori di musei ed ingegneri. I suoi allievi, la sindaca Sandra Pandolfi e il collega di Faleria Walter Salvadori. Eppoi il presidente della provincia Alessandro Romoli, l’imam Nader Akkad della moschea di Roma, il sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi, l’ex sindaco di Roma Gianni Alemanno, Stefania Craxi. E, naturalmente, i familiari. Tutti insieme, nella chiesa che lui stesso aveva progettato, hanno preso parte alla cerimonia funebre dell’architetto Paolo Portoghesi, deceduto martedì scorso a 92 anni nella sua casa di Calcata. «Con la sua architettura ha creato un ponte tra l’uomo e la natura», ha detto il vescovo della diocesi di Civita Castellana, Marco Salvi, che ha officiato la funzione religiosa. «Portoghesi è stato un punto di riferimento assoluto per tutti - ha aggiunto il vescovo Salvi durante l'omelia - con le sue opere e i suoi scritti».
«Ha donato alla comunità islamica un luogo di cui tutti siamo fieri. Portoghesi è stato un architetto che ha saputo far gioire la nostra comunità«, ha sottolineato l’imam Akkad. Toccanti le parole dell’ex sindaco di Sutri. «La perdita di Portoghesi è perdita di felicità. Portoghesi è stato un poeta dell’architettura», ha commmentato Sgarbi. Per il numero uno di Palazzo Gentili «è stat un onore aver ospitato nella Tuscia un uomo della sua caratura», ha detto Romoli. Portoghesi, maestro del Postmodernismo, è conosciuto a livello internazionale: portano la sua firma il Palazzo dei reali di Giordania ad Amman, l'aeroporto ed il piano regolatore di Khartum e, successivamente, e le moschee di Strasburgo. In Italia ricordiamo: Casa Papanice e casa Baldi a Roma, il progetto per la Torre di Shangai, la piazza Leon Battista Alberti a Rimini, solo per citarne alcuni. Oltre che architetto, è stato docente universitario, scrittore e presidente della Biennale di Architettura di Venezia.
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