CIVITAVECCHIA – L’Università agraria di Civitavecchia replica alle dichiarazioni del consigliere comunale Vittorio Petrelli in merito alla recente sentenza del commissario usi civici che la vede, per la decima volta, uscire sconfitta. Per l’ente di viale Guido Baccelli la sentenza è stata «strumentalizzata da chi ha più interesse a fare cagnara che tutelare gli interessi dei cittadini civitavecchiesi, questa Università Agraria rileva che, in contraddizione con quanto sinora era stato statuito in precedenti sentenze dal medesimo Commissario sul punto relativo alle spese di giudizio, che erano state compensate, l’Università Agraria, questa volta, è stata condannata a rifonderle alla Regione Lazio e al Comune di Civitavecchia, benché sia stato sempre riconosciuto dallo stesso Commissario, nelle cause relative alla tenuta delle Mortelle, che i due Enti pubblici territoriali in questione non abbiano propri diritti da tutelare e non vantino che un generico interesse all’accertamento giurisdizionale della qualitas soli ai fini dell’esercizio delle funzioni amministrative ad essi rispettivamente spettanti, non essendo quindi neppure configurabile una vera e propria soccombenza nei loro riguardi, senza considerare poi che l’Ente agrario è tenuto, per legge e per statuto, a tutelare in ogni sede le ragioni della collettività civica». L’Agraria annuncia ricorso alla sentenza. Nella sentenza citata da Petrelli l’ente è condannato a sborsare oltre 12mila euro al Comune di Civitavecchia e altrettanti alla Regione Lazio «oltre a spese generali, iva e epa se dovuti». Ma non si tratta di un caso isolato perché nelle dieci cause perse presso il commissariato usi civici l’Agraria si è vista condannata in parecchie sentenze a pagare le consulenze, e il conto è salato, dei ricorrenti e in un altro caso - oltre a quello recente del 28 agosto dove solo di spese legali senza iva ci si aggira attorno ai 25mila euro - c’è anche quello del 13 dicembre 2021 (sentenza 285) dove i circa trenta ricorrenti si sono visti rimborsare un forfettario di 15mila euro di spese legali - iva esclusa - e le Ctu. Senza contare poi il costo dei legali assunti dall’ente. Insomma le cifre sono da capogiro.

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