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CIVITAVECCHIA – L’Associazione Archeologica Centumcellae ed il Gruppo Archeologico Romano sez. Ulpia, associazioni che si occupano di ricerca, studio e conservazione e valorizzazione dei beni archeologici e monumentali di Civitavecchia e del suo territorio, intervengono sui dipinti delle Casermette – ex scuola del Genio militare – risalenti al 1936, sottolineando di non poter «rimanere impassibili di fronte alla paventata distruzione di beni artistici che, sebbene relativamente recenti, sono comunque da considerare patrimonio della nostra storia.
«Prescindendo dalle polemiche e dalle prese di posizione nel dibattito cittadino delle varie forze politiche, nelle quali non vogliamo minimamente entrare – spiegano le due associazioni - ci preme invece sostenere dal punto di vista artistico e culturale la nostra posizione nel merito e il nostro appello alle forze politiche che attualmente governano la città. Quali associazioni cittadine che hanno ampiamente dimostrato nel tempo capacità e competenza in materia archeologica, ma anche artistica e più in generale culturale, riteniamo che questi dipinti possano essere considerati a pieno titolo facenti parte della storia cittadina, rivestendo un elevato valore artistico – sono un unicum - tale da giustificarne la salvaguardia».
Per l’associazione archeologica Centumcellae e per il Gar non c’è dubbio che i manufatti vadano restaurati, conservati e tutelati.
«Appare però fuori luogo l’idea di staccare e consegnare ad una caserma i dipinti; idea – hanno evidenziato – che indica una certa insensibilità culturale e poco rispetto delle più basilari norme di tutela del patrimonio comune, tutelato dall’articolo 9 della Costituzione italiana. Le nostre associazioni non sono affatto contrarie allo sviluppo urbanistico della città, che va anzi implementato nei servizi, per una città moderna e più vivibile. Ma ciò di cui siamo fermamente convinti, è che questo vada attuato rispettando il residuo patrimonio culturale – anche militare – di una città già molto deprivata dei suoi ricordi storici dalla distruzione bellica e da una ricostruzione selvaggia. Peraltro, la Legge 22 gennaio 2004 n. 42, all’articolo 10 comma 3-c, tutela il patrimonio artistico, anche militare come nel nostro caso, e tutto ciò che supera i settanta anni dalla sua creazione. Confidiamo nella lungimiranza dell’Amministrazione comunale, della quale ci poniamo a disposizione per eventuali collaborazioni – hanno concluso - e che invitiamo a rivolgersi alla Soprintendenza quale organo statale preposto, per evitare che scelte affrettate possano privare le generazioni future di un altro bene, patrimonio della cittadinanza intera».



