LADISPOLI - «Tra Ladispoli e Cerveteri ci sono quasi 1500 persone (con esattezza 1494) che risultano affette da alta complessità clinica (affette da più di una patologia, a volte grave, con assunzione di tanti farmaci al giorno per controllarne gli esiti)». Questo il dato emerso da un incontro pubblico che si è svolto lo scorso 16 gennaio alla biblioteca comunale, tenuto dalla Asl Roma 4 e a cui era presente anche lo Spi/Cgil. Un dato che ha allarmato l'organizzazione sindacale. «Si tratta di dati importanti e per alcuni versi allarmanti», hanno infatti detto tanto che tra i presenti, le associazioni del terzo settore hanno chiesto il potenziamento di alcuni servizi come quello per la cura delle demenze e dell'alzheimer, per la disabilità adulta e per le famiglie con figli minori. Perché sempre dai dati illustrati dal direttore generale della Asl Roma 4, la dottoressa Matranga, questi numeri sono destinati ad aumentare «poiché un altro significativo numero di persone (oltre 5mila) può tempo scivolare nel primo gruppo. Condizioni socio-economiche e salute si influenzano a vicenda. Attenzione particolare va data alla percentuale delle persone con patologie croniche e vulnerabilità socio-economica: a Ladispoli la percentuale è quasi il doppio della media regionale». Da qui la richiesta delle organizzazioni sindacali di stabilire, con urgenza, sinergia tra comuni e Asl, anche attraverso un protocollo di intesa. «Gli anziani più fragili hanno bisogno di una presa in carico complessiva (sociale e sanitaria) e di risposte integrate. Noi, sindacati dei pensionati (Spi/cgil e Uilp) – hanno concluso – chiediamo un piano di interventi ad hoc, sia sanitario che sociale e siamo pronti a collaborare, perché l’evoluzione anagrafica della popolazione, con l’aumento dei plurisessantenni ma anche delle persone non autosufficienti, è un segnale molto serio ed è bene non mettere la testa sotto la sabbia. Ci aspettiamo a breve un confronto costruttivo in cui illustrare le nostre proposte».

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