Pierre de Fredi, barone di Coubertin, nacque a Parigi il 1° gennaio 1863. La sua fu un’antica e ricca famiglia di nobili francesi che non gli fece mancare nulla e gli consegnò una vita di agiatezza economica. Venne iscritto da giovane in una scuola di gesuiti, forse per assecondare la madre che avrebbe voluto per lui una carriera ecclesiastica. Dopo averla lasciata poco dopo, venne avviato alla carriera militare per volere del padre. Le intenzioni dei genitori fecero muro, però, con quelle del giovane barone, il quale lasciò anche l’accademia militare per iscriversi all’università e imparare il diritto, la filosofia e le scienze politiche. Nel corso dei suoi studi universitari coltivò la sua passione per la pedagogia. Per ampliare le sue conoscenze si recò quindi anche all’estero, dapprima in Inghilterra, dove avvenne l’incontro con colui che gli fece da Cicerone, Thomas Arnold, e poi in USA. I suoi studi sulla pedagogia applicata allo sport portarono il giovane de Coubertin a riflettere su una possibile riesumazione degli antichi Giochi Olimpici, manifestazione sportiva di origine pagana cancellati con un decreto imperiale da Teodosio nel 393 d.C. Per il barone tre erano gli obiettivi che l’applicazione della pedagogia allo sport avrebbe offerto. Il primo era psico-fisico: un aumento della pratica sportiva avrebbe reso il corpo più forte e più equilibrato; il secondo era morale: lo sport avrebbe offerto ai praticanti delle motivazioni immediate e avrebbe sviluppato un senso di responsabilità; il terzo era sociale: la pedagogia sportiva avrebbe portato lo sportivo a essere un buon cittadino. Tornato in patria cercò di convincere le élite francesi (università, circoli e nobiltà) dell’importanza dello sport per l’evoluzione della società civile. La proposta di far tornare alla luce i Giochi Olimpici venne da lui presentata durante il quinto anniversario dell’USFSA (Unione dello Società Sportive Francesi degli Sport Atletici) del 1892. Nonostante non fu accolta con enorme clamore, se ne parlò, di nuovo, nel 1893, durante un congresso internazionale con titolo “Lo studio e la propagazione dei principi del dilettantismo”. Il barone agì d’astuzia. Sfruttando il caos delle convention, aggiunse un punto all’ordine del giorno dopo i sette previsti. Quasi alla fine del dibattito si parlò dei Giochi Olimpici e i membri del congresso, questa volta, votarono a favore. Nel 1894 venne quindi fondato il Comitato Internazionale dei Giochi Olimpici (oggi CIO) e vennero programmate la prima edizione dei Giochi moderni nel 1896 ad Atene, luogo dove furono cancellate 1500 anni prima. Sulle regole da seguire, però, il barone fu chiaro. Il professionismo doveva rimanere fuori dalle competizioni; le Olimpiadi avrebbero dovuto essere solo lo strumento per accrescere la società e vedeva nei denari una barriera per il raggiungimento di tale scopo. Il Barone Pierre de Coubertin fu il primo a credere fortemente nel valore educativo e sociale dello sport ed è grazie a lui che oggi possiamo ammirare i campioni competere nella manifestazione sport
iva più famosa al mondo.

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