BOMARZO – “Vicino Orsini: poeta, committente e uomo d’armi”. Questo il titolo del convegno che si terrà nella ricorrenza dei 500 anni della nascita di questo personaggio controverso. La giornata studi, organizzata da Andrea Alessi e da Paolo Procaccioli, si terrà oggi nel salone del piano nobile di Palazzo Orsini, a Bomarzo, alla presenza delle istituzioni. A partire dal sindaco del paese, Marco Pernicioni e del soprintendente, architetto Margherita Eichberg.


I due curatori relazioneranno rispettivamente su “Il boschetto ‘segreto’ di Vicino” (Alessi) e su “Vicino Orsini corrispondente” Procaccioli, dell’Università degli Studi della Tuscia (dove ha insegnato Letteratura italiana dal 1993 al 2022). Per la Soprintendenza interverrà anche la dottoressa Luisa Caporossi su “Il ‘serio ludere’ di Vicino Orsini a Bomarzo tra ‘prisca theologia’ e ‘coglionerie’”. Come noto, Vicino commissionò l’edificazione del sacro bosco che dedicò alla moglie Giulia Farnese e che affascinò artisti come Salvator Dalì. Verranno, pertanto, fornite nuove letture e dati inediti rilevanti sia sul suo personaggio che sul Sacro Bosco stesso. Infatti saranno indagati approfonditamente i rapporti che intrattenne con artisti, letterari, committenti del suo tempo, come quella decennale con Jean Drouet, della piccola nobiltà locale a Chálons-sur-Marne, in Francia, nella Champagne. Ovviamente le competenze specifiche dei relatori contribuiranno in proposito. Andrea Alessi, infatti, direttore del Museo della città – civico e diocesano di Acquapendente, è stato collaboratore della Soprintendenza, ha curato con Sabine Frommel due pubblicazioni nel 2009 inerenti l’argomento: “Bomarzo: il Sacro Bosco”, per Mondadori-Electa e “Bomarzo: il Sacro Bosco. Fortuna critica e documenti”, per Ginevra Bentivoglio Editoria. Fra gli aspetti inediti del sacro bosco che ci mostrerà, spiega: “verranno presentate nuove iscrizioni e manufatti mai censiti che anticamente arredavano l’estesa area dell’ingresso, incluso un bacino d’acqua utilizzato per scopi ittici”, partendo proprio dalla precisa collocazione dell’ingresso antico. Inoltre, aggiunge, “verranno altresì indicate le funzioni degli oggetti rinvenuti e le possibili ricollocazioni in situ, attraverso lo scandaglio delle fonti antiche”.


Per quanto riguarda Procaccioli, appassionato e profondo conoscitore dell’esegesi dantesca (utile in un certo qual modo indirettamente anche per la lettura iconografica delle iscrizioni presenti nel Bosco) e specialista per ciò che concerne i Farnese, il suo intervento verterà proprio sull’analisi dei filoni principali del corpus epistolare superstite di Vicino Orsini, e cioè la corrispondenza ‘istituzionale’ che intrattenne con i Priori di Viterbo e quelle, più corpose e più note, con il cardinale Alessandro Farnese e con Jean Drouet. Dei 144 testi presi in considerazione illustrerà: le specificità formali, lette alla luce degli standard fissati dalla rigida trattatistica della stagione, non sempre rispettati; le tematiche e gli interessi ricorrenti; e, naturalmente, la rete di rapporti che vi è dichiarata e che conferma la strettissima connessione tra le iniziative di Bomarzo, Caprarola, Soriano e Bagnaia.


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