«Oggi, purtroppo, la più grande preoccupazione delle imprese è la crisi energetica, con gli enormi aumenti che da troppi mesi le stanno mettendo a dura prova. La prima cosa che chiediamo dunque ai candidati del nostro territorio è di investire risorse importanti per sostenere gli interventi di autoproduzione energetica». La Cna di Viterbo e Civitavecchia sta inviando ai candidati a consigliere regionale una serie di proposte in vista delle elezioni del 12 e 13 febbraio. E secondo la segretaria Luigia Melaragni quello dell’energia è il primo punto da prendere di petto per chi siederà sugli scranni della Pisana.


«La Regione – dice Melaragni – potrebbe aiutare le imprese con un’alta incidenza della spesa energetica. Le misure di emergenza già adottate sono positive, ma penalizzano quelle imprese non energivore e gasivore. Anche per questo chiediamo un maggiore impegno su questo fronte, che per molte è una questione di sopravvivenza». Sono molti i suggerimenti della Cna e toccano un po’ tutti i campi. Si va dalla semplificazione del carico burocratico all’export, «su cui andrebbe attivato un sostegno su investimenti esteri e progetti collettivi”, dalla pressione fiscale all’artigianato artistico. C’è un altro settore strategico: l’edilizia: “Qui – continua Melaragni – prima di tutto è necessario rendere più accessibili gli appalti pubblici. Per sostenere le imprese chiediamo di puntare su riqualificazione energetica degli edifici, fonti rinnovabili, rigenerazione urbana e riqualificazione delle periferie».


È inoltre necessaria un’azione forte per incentivare l’imprenditoria femminile, superando la disparità di genere, così come sulla formazione. «Nel mercato del lavoro – spiega la segretaria della Cna di Viterbo e Civitavecchia – in alcune filiere domanda e offerta stentano a incontrarsi. Bisogna dunque insistere sull’orientamento al lavoro degli studenti e potenziare la formazione professionale, investendoci e adeguando i percorsi formativi alle reali esigenze del mondo produttivo».


Non mancano le proposte sul turismo. «La Tuscia è uno scrigno di gioielli sotto questo punto di vista. Ma c’è da colmare l’ultradecennale gap infrastrutturale e da programmare un’azione di promozione forte. Trasversale, crocieristi da Civitavecchia, ferrovie: se ne parla da tanto, ma i passi in avanti restano pochi. Anche qui, insomma, c’è da andare più forte, anche in vista del Giubileo».


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