«Nel Giorno della Memoria - che ricorda il folle progetto nazista di sterminio di ebrei, slavi, omosessuali, oppositori politici, disabili e minoranze etniche - è doverosa una riflessione su quanto di terribile accaduto tra la fine degli anni Trenta e la prima metà dei Quaranta nel cuore dell’Europa». Nel giorno in cui si ricorda la Shoah, il presidente della Provincia, Alessandro Romoli si abbandona a una riflessione.


« L’Olocausto può infatti sembrare lontano nel tempo, un fenomeno storico relegato alle pagine dei libri di scuola. Ma in realtà è più vicino a noi di quanto pensiamo. Soprattutto nel momento storico che stiamo vivendo, in cui l’odio e la guerra sono tornati ad abbattersi violentemente sul nostro continente» dice Romoli.


«Quando al termine della Seconda Guerra Mondiale i cancelli dei campi di sterminio sono stati spalancati agli occhi del mondo, è stato come se una voragine senza fondo si fosse di colpo aperta nella coscienza di ognuno - prosegue il presidente della Provincia - Sia di coloro che si erano opposti ai totalitarismi, sia di coloro che li avevano sostenuti. Perché sono emersi i più beceri istinti animaleschi e la brutalità più meschina cui gli uomini possono ricorrere se accecati dall’odio. Non solo i carnefici, anche la gente comune. La banalità del male ci insegna che l’odio, l’intolleranza e la violenza sono i veri nemici di ogni società. Approfittano di momenti di crisi e recessione per insediarsi negli animi più profondi, per diffondersi e colpire violentemente. Non dobbiamo infatti mai scordarci che il nazismo e il fascismo sono state sì ideologie folli basate sulla sopraffazione dell’altro e sull’assurda concezione di superiorità razziale, ma hanno trovato lo stesso un larghissimo e diffusissimo consenso popolare. Ed è per questo che contro l’odio, l’intolleranza e la violenza abbiamo a disposizione un solo vaccino: la memoria. Oggi in Europa è tornata la guerra a causa della criminale invasione dell’Ucraina da parte della Federazione Russa. E il sangue è tornato a scorrere copiosamente. In Ucraina muoiono ogni giorno militari, donne, bambini e anziani. Siamo tornati a sentir parlare di esecuzioni sommarie, di fosse comuni, di stanze per le torture, di bombardamenti su scuole e ospedali. Ed è come se l’orologio del tempo avesse riportato le lancette indietro di ottant’anni. Oggi più che mai dobbiamo ricordare ciò che è stato. Oggi più che mai - conclude Romoli - è dobbiamo elaborare il passato per costruire il futuro».


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