Veronica Olivi






2 milioni e 400 mila euro dalla Regione per la valorizzazione delle botteghe storiche del Lazio. Il Comune di Viterbo parteciperà all’iniziativa con un progetto approvato nei giorni scorsi dalla giunta e presentato ieri nella salaconsiliare di Palazzo dei Priori, che coinvolgerà diverse realtà istituzionali del territorio.


Si tratterà di un “censimento” delle attività commerciali del capoluogo e degli ex Comuni con una lunga storia alle spalle che hanno contribuito ad ampliare, negli anni, il tessuto economico del territorio viterbese. Tra di esse potranno figurare diverse tipologie di esercizi: dalle piccole botteghe, ristoranti, edicole, fino alle librerie e tabaccherie.


All’incontro hanno preso parte la sindaca di Viterbo Chiara Frontini, l'assessore allo sviluppo economico Silvio Franco e Stefano Gasbarra, direttore operativo Centro Italia dell’Azienda speciale Cciaa di Rieti e Viterbo e la consigliera delegata alle “piccole cose” Maria Rita De Alexandris.


«Un progetto particolarmente significativo – ha sottolineato Frontini – che aggiunge un altro tassello al mosaico che ci porta verso l’attenzione al centro storico e la valorizzazione delle attività tradizionali di Viterbo e degli ex Comuni».


«Viterbo deve tornare ad essere una città viva e partecipata e sostenere le attività rappresenta un punto cardine per la nostra amministrazione, che deve dare supporto a chi ha resistito negli anni», ha poi aggiunto la sindaca.


«Non è la prima volta che l’amministrazione viterbese prova a dare un riconoscimento a queste botteghe – ha ricordato l’assessore Franco – sono che l’iter non ha mai trovato compimento prima».


Un panorama che si è modificato positivamente con la legge regionale n.1 del 2022, cui hanno fatto seguito due regolamenti sul tema, come ha chiarito Gasbarra. «L’obiettivo di tali provvedimenti è quello di sensibilizzare i comuni nell’ottica della valorizzazione delle attività storico di carattere commerciali presenti sul territorio».


Per presentare domanda è necessario che le attività siano ospitate in locali con caratteristiche architettoniche particolari, con almeno 70 anni di “anzianità”, e che per almeno 50 anni sia stata mantenuta la continuità di vendita della stessa tipologia di merce. «Noi saremo pronti a dare sostegno per la stesura della documentazione necessaria – ha detto Gasbarra – che poi dovrà essere consegnata all’amministrazione comunale».


In seguito una commissione si occuperà di esaminare le richieste pervenute entro il 9 febbraio e quelle ritenute idonee verranno inviate alla Regione Lazio entro il 18 febbraio. L’ente regionale provvederà successivamente a stilare una graduatoria delle botteghe storiche e determinare quali potranno ottenere l’importante riconoscimento e usufruire di particolari incentivi.