Campionati del mondo di calcio di Messico 1970. Dopo un girone eliminatorio non entusiasmante, con una sola vittoria e due pareggi a reti inviolate, l’Italia allenata dal c.t. Valcareggi, si presenta contro i padroni di casa. Finisce 4 a 1 per l’Italia. Nonostante la vittoria, il cronista Gianni Brera è molto critico con gli azzurri. Accusati di scarsa attenzione, concentrazione e soprattutto con un gioco tecnico di scarsa qualità, il 17 giugno 1970 allo stadio Azteca di Città del Messico l’Italia si presenta contro i tedeschi della Germania Ovest. Già vicecampioni del mondo nell’edizione del ’66 dietro agli inglesi, proprio nei quarti i tedeschi bucarono la rete inglese per ben tre volte, in 120 minuti, dopo il 2 a 0 subìto nel primo tempo. Gli azzurri, con il capitano Giacinto Facchetti, entrano in campo con aspre polemiche alle spalle. La partita si sblocca nei primi dieci minuti con un gol di Boninsegna. Per i seguenti 80 minuti circa, la partita vede una serie di errori da parte dei tedeschi e una difesa italiana a tratti buona e a tratti fortunata. Al ’92 però, Schnellinger buca la rete di Albertosi. Nei due tempi supplementari accade l’impensabile. Prima il vantaggio della Germania Ovest con il bomber Muller, poi il pareggio qualche minuto dopo col difensore italiano Burgnich. Allo scadere del primo tempo supplementare, un eccellente Riva, con un sinistro porta l’Italia di nuovo in vantaggio 3 a 2. Il secondo tempo supplementare, giocato a 2200metri di altitudine, è un tripudio di emozioni altalenanti. La Germania riesce miracolosamente a pareggiare al minuto 110 di nuovo con Muller. Un ribaltamento del punteggio degno di un odierno film hollywoodiano. Molti cominciano a pensare ai rigori. I tifosi sono in delirio. Qualche secondo dopo il gol del pareggio tedesco, Rivera, con una maestria degna del suo talento, buca la rete del tedesco Maier. È il 4 a 3 decisivo. Esplode la gioia. L’arbitro fischia la fine della partita. L’Italia è in finale. Il Paese è in festa. La vittoria 4 a 3 contro la Germania viene ancora oggi ricordata come la “partita del secolo” ed è considerata una delle partite più emozionanti ed influenti nella storia del calcio professionistico.


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