A distanza di un anno esatto dal terremoto che aveva investito Palazzo del Pincio, con perquisizioni da parte della Polizia e la magistratura che aveva aperto un’inchiesta su alcuni procedimenti amministrativi del Comune di Civitavecchia, è arrivata l’archiviazione proprio da parte della Procura. Le indagini, in particolare, si erano concentrate sulla concessione di un chiosco per la somministrazione di cibo e bevande al Pirgo, sul concorso da agente di Polizia locale, sull’individuazione dei locali per il centro per l’impiego e sull’appalto per le luminarie, filone questo che aveva portato all’iscrizione nel registro degli indagati anche l’assessore Emanuela Di Paolo.


«La gioia di oggi non è paragonabile al dolore provato un anno fa - ha commentato quest’ultima - non me lo meritavo, ne ero convinta, e oggi siamo arrivati a questa archiviazione, perché il fatto non sussiste, che conferma di fatto il buon operato rispetto a quell’affidamento. È stato un anno di sofferenza».


Un’inchiesta articolata, fatta di indagini capillari e di intercettazioni, che fece ovviamente scalpore in quei mesi. Un vero e proprio terremoto che investì il Pincio e che vide alla fine sei persone, compresi appunto Di Paolo ma anche il dirigente Marrani, iscritti nel registro degli indagati. «La Procura della Repubblica, dopo avere attentamente condotto le sue indagini - ha commentato anche il capogruppo della Lega in consiglio metropolitano Antonio Giammusso - ha concluso che non vi sono ragioni per proseguire nell’inchiesta. Si tratta di un epilogo che ci aspettavamo. Le persone coinvolte sono tutte professionisti, in particolare l’assessore Emanuela Di Paolo, amministratrice di prima fascia e dal grande spessore, che sta costruendo soluzioni concrete a tanti problemi del territorio. Non posso però non ricordare che, quando si seppe dell’inchiesta, alcuni soggetti ne avevano approfittato per dar vita a bieche operazioni di sciacallaggio politico. Commenti poco rispettosi delle persone, della loro storia e delle stesse indagini che nella sua autonomia la magistratura stava portando avanti. A distanza di un anno, tutto è chiarito».


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