CAPODIMONTE – La discussione sulla localizzazione dell’antico carcere della “Malta” citato da Dante nella Divina Commedia sarà oggetto di un rinnovato dibattito nel corso dell’incontro con Giuseppe Rescifina, giornalista e saggista, autore del libro “La rosa di Dante. Il poeta, il fiore, la santa” in programma oggi con inizio alle 16,30 nei locali de “La Cascina”, le antiche scuderie farnesiane. Dopo il saluto del sindaco Mario Fanelli ad introdurre l’evento sarà Federica Evangelisti, consigliere comunale delegata alle attività culturali. Interverrà Simonetta Pacini, presidente dell’associazione culturale TusciaE20 di Viterbo. Individuare dove effettivamente era il tremendo carcere della “Malta”, voluto da Bonifacio VIII per punire gli ecclesiastici che si erano macchiati di gravi delitti, è una ricerca che da secoli impegna la critica letteraria. «Piangerà Feltro ancora la difalta/dell’empio suo pastor, che sarà sconcia/sì, che per simil non s’entrò in Malta” (Paradiso, IX, 52-54)». Sono i versi, riportati in una mattonella in ceramica collocata su una parete del basamento della Torre dell’orologio di Marta, paese che ritiene di essere il luogo dove sorgeva l’orrenda prigione avvalendosi del parere di alcuni studiosi che la individuano “apud lacum” ovvero in riva al lago di Bolsena. Altri la collocano sull’isola Bisentina scavata nel tufo al quale si accede per mezzo di un pozzo lungo 30 metri. Un terzo stuolo di storici sostiene invece che l’infernale luogo si trovava a Viterbo accanto all’antico Ponte Tremuli interrato al momento della costruzione di via Marconi.