Annamaria Lupi

Talete, il viaggio “della speranza” a Roma non ha modificato di una virgola le opzioni in campo. Venerdì pomeriggio si sono mossi per incontrare Arera l'amministratore unico della spa, Salvatore Genova, il presidente Ato, Alessandro Romoli, e i sindaci della Consulta d'ambito, tra cui Chiara Frontini di Viterbo, Pietro Nocchi di Capranica, Luca Giampieri di Civita Castellana e Fabio Bartolacci di Tuscania. Nonostante la lunga durata dell'incontro, in soldoni l'esito si potrebbe tradurre con un deludente - ma forse non inaspettato - «siamo usciti come eravamo entrati».

Le vicissitudini della società idrica viterbese sono note, è stato il vertice stesso a dichiarare lo stato di pre-crisi per una situazione economico-finanziaria già fortemente in ambasce per alti livelli di morosità pregresse e ultimamente aggravata ulteriormente dall'aumento dei costi energetici. Su cui pesa inoltre la presa in carico dei 30 Comuni commissariati. Dall'incontro di venerdì dunque un nulla di fatto.Se non il ribadire da parte di Arera la primaria necessità dell'adeguamento tariffario. Un deja vu che va avanti da anni, con continui aumenti delle bollette idriche presentati agli utenti come chiave di leva per ottenere l'ormai mitologico prestito da 40 milioni di euro da parte dell'autorità per l'energia. I rincari ci sono stati, del finanziamento neanche l'ombra. E Arera continua a sollecitare ulteriori adeguamenti delle tariffe che dovrebbero intanto coprire i costi e per poter poi avere la possibilità di accedere a qualche forma di finanziamento. Un’ipotesi, quella di ulteriori ritocchi alle bollette, contro cui si scaglia il sindaco di Tuscania Bartolacci.«Questa è l'ultima delle cose che possiamo immaginare in una provincia come la nostra, dove i costi di Talete sono ormai al limite della sopportazione per tutte le famiglie. E’ la prima cosa che dobbiamo tentare di escludere».

E quindi «l'alternativa è quella di pensare a trovare un socio che possa acquisire il 40% delle quote e farsi carico poi, in una sorta di ammortamento nel tempo, dei debiti della società. Non ci dobbiamo nascondere dietro un dito: le due vie sono queste» rimarca. Bartolacci conclude con un appello: «Qui ci deve essere un'assunzione di responsabilità seria e un'analisi attenta perché se qualcuno ha da proporre formule diverse per risolvere il problema lo deve dire chiaro. E la soluzione non è certo, a mio parere, la realizzazione di un'azienda speciale. Perché non sarebbe altro che la fotocopia di una Spa che oggi si chiama Talete».