BAGNOREGIO - Più di 400 ragazzi a salutare l’inizio di un’avventura: così ha aperto le porte, in diretta Facebook, il Campus delle aquile reali, il convitto per studenti nato per realizzare la “scuola villaggio” sognata don Antonio Mazzi.


“Vorrei che la scuola fosse più vita, io sogno una scuola tutto il giorno – ha detto il fondatore di Exodus intervenendo in diretta da Milano all’inaugurazione - : meno aula e più spazio per condividere e crescere”. A Bagnoregio, da questa settimana, si sperimenta per la prima volta la formula della “scuola villaggio”: un prolungamento della scuola tradizionale, per ampliare e completare la formazione dei giovani, nella consapevolezza che nozioni e lezioni frontali sono necessarie ma non bastano.


Il Comune, mettendo a disposizione questa stupenda struttura ci ha creduto dal primo momento e insieme all’Istituto omnicomprensivo Fratelli Agosti e all’associazione Juppiter, si è impegnato per dare vita al progetto. Il risultato è il campus fresco di inaugurazione, nella tenuta bagnorese di Campolungo: lunedì 10 ottobre, il sindaco di Bagnoregio Luca Profili, la dirigente scolastica Paola Adami e il presidente di Juppiter Salvatore Regoli hanno tagliato il nastro, alla presenza di una foltissima platea di studenti, e dato inizio all’avventura. «Ripensiamo la scuola, buttiamo via le cattedre e i banchi - ha detto don Mazzi -. Pensate quanto sarebbe bella una scuola senza barriere. Una scuola che è una comunità, come un villaggio dove vivere e da vivere». Nel Campus delle aquile reali, oltre alle camere e agli spazi mensa e cucina, gli studenti avranno a disposizione una terrazza, una biblioteca, una zona relax e spazio riconvertibile tra sala cinema, pub, stanza di realtà aumentata. Il tutto circondato da ettari di verde, una piscina, un maneggio; nasceranno una fattoria didattica, un orto biologico, aule-serre ad alta tecnologia collegate alla rete, un parco avventura. Obiettivo: crescere. Che è sì studiare, ma anche vivere (e, in tal caso, convivere con gli altri), giocare, partecipare, affrontare la diversità e attraversare la fragilità abbracciandole, senza temerle.