Procurato allarme ed interruzione di pubblico servizio.


Sono questi i reati di cui deve rispondere una donna, cinquantenne di Ladispoli.


Sarebbe lei la presunta autrice delle chiamate telefoniche per lanciare falsi allarmi bomba all’interno del tribunale di Civitavecchia.


A lei gli inquirenti sarebbero arrivati a seguito di una capillare indagine che ha portato a dare un volto ed un nome all’autore delle telefonate anonime.


Alla donna sarebbero contestati i tre episodi avvenuti da inizio anno.


gli episodi
Tre gli episodi al centro delle indagini da parte dei carabinieri, coordianti dal procuratore capo facente funzione Alessandro Gentile.


Il primo allarme è scattato il 10 gennaio, quando appunto una telefonata anonima annunciava la presenza di una bomba all’interno dei locali dei via Terme di Traiano.


Palazzo di gGiustizia evacuato, udienze ed attività giudiziarie sospese, forze dell’ordine ed artificieri sul posto; ore di ricerca con esito negativo, per poi far cessare l’allarme.


Stesso copione, di fatto, il 6 aprile ed il 10 maggio scorsi.


le indagini
La donna, assistita dal proprio legale, sarà interrogata venerdì mattina per rispondere alle domande degli inquirenti e chiarire la propria posizione.


Nei giorni scorsi, a quanto pare, i carabinieri avrebbero anche eseguito una perquisizione domiciliare, ma nulla trapela sull’esito.


C’è da chiarire soprattutto se gli episodi contestati possano essere messi in relazione o meno con delle cause e dei procedimenti giudiziari che vedono coinvolta la donna stessa.


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