Annamaria Lupi

«Grazie per questa opportunità che riporta la pergamena del Conclave nel luogo più congeniale».

Il vescovo Lino Fumagalli saluta così il ritorno dell'antico documento, dopo 750 anni, nel palazzo dei Papi. In particolare nella sala Gualtiero, dove sono esposte anche altre pergamene risalenti al 1500.Ieri mattina, alla presenza del vescovo, della sindaca Chiara Frontini e dell'assessore alla Bellezza Vittorio Sgarbi, la cerimonia di inaugurazione della teca in cui è custodito il famoso atto del 1270.Rivolgendosi alle molte autorità civili e militari intervenute, la prima cittadina ha parlato di «scatto culturale importante, bisogna entrare nell'ottica che anche se la pergamena è patrimonio del Comune è giusto che sia custodita dove è stata redatta».

Ha quindi ringraziato Sgarbi che «ha dato il la perché questo spostamento avvenisse in tempi brevi». Tempi brevi ma serrati per risolvere i problemi burocratici legati alla proprietà della pergamena "che hanno comportato una procedura che avrebbe richiesto qualche ora a durare due mesi" rimarca l'assessore alla Bellezza.

«Contento di essere stato catalizzatore per una questione d'inciampo» ironizza Sgarbi raccontando come si è “imbattuto” nella pergamena. All'inaugurazione del museo sotto i portici di piazza del Comune «che per singolare concomitanza - ironizza - ha coinciso con la caduta della giunta Arena, nell'accrocchio inverecondo che è l'allestimento realizzato per le due opere di Sebastiano Del Piombo quasi inciampo in un balocco. Poi mi spiegano che ospita la pergamena del Conclave».

Ha quindi contattato il direttore della biblioteca consortile Pelliccia, che per anni è stato custode del documento, ed è nata l'idea di riportarlo nella sala del Conclave. A proposito del museo sotto la loggia del Comune annuncia l'intenzione, in occasione della mostra che ospiterà i disegni sulla Cappella Sistina di Michelangelo, di dare una nuova collocazione alle due opere di Del Piombo posizionandole negli archi a volta del locale. Qualche riferimento poi alla politica, Sgarbi è in odore di diventare ministro. Sulla questione migranti dichiara: «Come ministro all'Interno, che non sarà Salvini, - sottolinea - io proporrei il nome del vescovo Fumagalli».

E sul ministero dei Beni culturali, a cui non ha mai fatto mistero di ambire: «Sul patrimonio artistico, lo Stato è coscienza del bene e il ministero deve agire con coerenza. Ordine del mondo e coscienza del bene sono quello che muove la nostra Nazione».