La Procura della Repubblica di Roma ha chiuso le indagini sul presunto giro di corruzione per l’accaparramento degli appalti al Ministero dell’Istruzione (Miur).

Tra le 15 persone indagate e che rischiano di finire sotto processo, per le quali vale la presunzione di innocenza, compaiono l’ex capodipartimento del dicastero Giovanna Boda e l’imprenditore Federico Bianchi di Castelbianco.

La magistratura inquirente ha indagato sul sistema che secondo l’accusa avrebbe permesso all’imprenditore di aggiudicarsi gli appalti per 23 milioni di euro, facilitato, secondo gli inquirenti, da tangenti elargite dall’editore a favore di Boda.

Le indagini risalgono al 2018 e le tangenti consisterebbero, secondo la procura, nella elargizione di somme di danaro o costose regalie per oltre 3 milioni di euro in cambio di rivelazioni di notizie d’ufficio che avrebbero dovuto rimanere segrete.

In particolare, anticipava via e-mail a Bianchi di Castelbianco le bozze del bando prima per finanziamenti di progetti scolastici per il contrasto della povertà educativa prima che venissero pubblicate. Inoltre all’imprenditore era permesso partecipare a riunioni tenutesi presso il Ministero nelle quali si doveva decidere la ripartizione dei finanziamenti alle scuole.

Le indagini sono state coordinate dal sostituto procuratore Carlo Villani e condotte dalla Guardia di Finanza attraverso una dettagliata analisi dei flussi di denaro e delle segnalazioni di operazioni sospette.

Nell’avviso di conclusione dell’indagine sono state individuate dalla Procura della Capitale tre parti offese: il ministero dell’Istruzione, la presidenza del Consiglio dei ministri – Dipartimento delle Pari Opportunità e l’Agenzia delle Entrate.

Giovanna Boda, secondo quanto scritto nell’avviso di conclusione delle indagini, dovrà rispondere dell’accusa di corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio, corruzione per l’esercizio della funzione, rivelazione e utilizzazione di segreti d’ufficio.

Sempre stando alle ipotesi della magistratura inquirente romana infine,tra i “favori” corrisposti all’ex capo Dipartimento per le Risorse umane del ministero dell’Istruzione ci sarebbero stati regali di vario genere, come corsi per imparare a suonare il violino e corsi di sci, oltre a visite per la chirurgia plastica, l’affitto di un appartamento, vacanze in varie località turistiche e persino il pagamento di alcune bollette.

PRESUNZIONE DI INNOCENZA – Con riferimento ai soggetti indagati si evidenzia nel sistema penale italiano la presunzione di innocenza, art 27 Costituzione, è tale fino al terzo grado di giudizio e la persona indagata non è considerata colpevole fino alla condanna definitiva.

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