CIVITAVECCHIA – L’effetto economico globale delle attività crocieristiche a Civitavecchia è pari a 401,9 milioni di euro e l’effetto occupazionale strettamente riconducibile al settore è pari a 1731 addetti (su 6800 totali). Ogni scalo di una nave da crociera a Civitavecchia attiva meccanismi di spesa in grado di generare ricadute per il territorio del Lazio, pari a 483 mila euro e generare occupazione a Civitavecchia equivalenti a 2 addetti full time su base annua. Questi i risultati dello studio su ‘‘L’analisi dell’impatto socio-economico delle attività crocieristiche del porto di Civitavecchia’’ commissionato dall’Autorità Portuale al CERTeT (centro di ricerca in economia regionale, trasporti e turismo) dell’Università Bocconi di Milano.

INFOGRAFICA

I dati si riferiscono al periodo pre-Covid, quando nel porto di Roma arrivavano circa 2,3 milioni di crocieristi l’anno che poi nel 2019 raggiunsero la cifra record di 2,7 milioni. Lo scorso anno, in piena pandemia, Civitavecchia ha fatto registrare circa 520.000 passeggeri per le navi da crociera, risultando il primo porto al mondo. Quest’anno sono attesi un milione e mezzo di crocieristi, mentre già dal 2023 le previsioni parlano del possibile nuovo record di 3 milioni di crocieristi.

Dietro al settore delle crociere c’è unaricaduta economica molto importante su base addirittura regionale. Dallo studio emerge, ad esempio, che l’impatto diretto creato dal mercato delle crociere solo a Civitavecchia corrisponde annualmente ad un fatturato di circa 51,3 milioni di euro e 601 unità di lavoro a tempo pieno in ambito portuale.

Daconsiderare anche gli oltre 700.000 componenti degli equipaggi che ogni anno arrivano in porto, con frequenza spesso settimanale.

Dei crocieristi il 34% si imbarca/sbarca a Civitavecchia (home port), il 66% sono in transito e di questi il 90% scende dalla nave per una escursione. Il 33% sono membri dell’equipaggio: di questi il 31% è in transito, il 25% dei quali scende dalla nave per una escursione.

Dei crocieristi poi il 50% raggiunge Roma, mentre il 37% si ferma a Civitavecchia dove prevale, di fatto, il ‘‘fai da te’’ (il 13% raggiunge altre città del Lazio).

Per quanto riguarda le opportunità che si potrebbero creare a Cerveteri, queste avrebbero un bacino potenziale di turisti derivante (a regime) dai 900.000 crocieristi che ogni anno vanno a Roma in escursione e che potrebbero fermarsi a visitare la Necropoli come ultima tappa durante il ritorno al porto di Civitavecchia, oltre ai circa 234.000 crocieristi che sono già stati nella Capitale e cercano altre mete ed altre bellezze da visitare.

Civitavecchia e tutto il territorio hanno un’importante occasione ancora da cogliere, con una domanda in gran parte ancora da soddisfare in termini di servizi.

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