CIVITAVECCHIA - Un non luogo a procedere ed un rinvio a giudizio. Così si è chiusa l’udienza preliminare di ieri sulla truffa da 19 milioni di euro alla Fondazione Cassa di Risparmio di Civitavecchia messa a segno dal broker di italo-svizzero Danilo Larini. Il gup Francesco Filocamo, infatti, ha rinviato a giudizio Patrizio Fondi membro della Commissione Investimenti: dovrà rispondere di truffa e di un reato fiscale per la mancata dichiarazione dei proventi illeciti di fronte al giudice Valeria Sodani, con il processo che inizierà il 30 gennaio 2023.

«Ce lo aspettavamo - ha commentato l’avvocato Lorenzo Mereu, difensore di Fondi - perché le valutazioni sono ampie da sviluppare e perché di fatto il giudice preliminare non entra nel merito, ma piuttosto deve valutare se vi siano o meno gli elementi per sostenere un processo. Siamo comunque sereni e certi che le nostre ragioni saranno riconosciute». L’avvocato Mereu ha infatti ribadito l’estraneità ai fatti contestati da parte del suo assistito, confidando quindi di poter chiarire, nella sede deputata, la propria posizione per poter così affermare la propria totale innocenza, la cui presunzione vale fino a una sentenza definitiva passata in giudicato.

Non luogo a procedere, invece, per l’altro professionista coinvolto, Stefano Costantini amministratore delegato della società broker LP Suisse Advisory. Il giudice infatti ha accolto la richiesta avanzata dall’avvocato Alessio Fabi, che già nel corso della precedente udienza di aprile aveva evidenziato una serie di eccezioni, soffermandosi in modo particolare sul fatto «che Costantini era già stato assolto nel procedimento penale parallelo in Svizzera. Nel frattempo - ha quindi spiegato - ho quindi prodotto la sentenza passata in giudicato che ha visto assolto Costantini ribadendo come, di fatto, non ci fossero diversificazioni tra le imputazioni, tra il filone svizzero e quello italiano».

Tutte vittime, quindi, di quel Larini che a dicembre scorso è stato condannato in Svizzera a 6 anni e 9 mesi: il sedicente promotore finanziario di Lugano avrebbe infatti messo in atto una serie di truffe per complessivi 80 milioni di franchi svizzeri, tra cui i 25 milioni della Fondazione Ca.Ri.Civ.

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