CERVETERI – Gli avvistamenti in Palude, l’invasione nelle strade di Cerenova e Campo di Mare, ora anche gli incidenti stradali. Era inevitabile probabilmente visto che la situazione sta degenerando, con le dovute cautele nei paragoni con la problematica esplosa nella Capitale, ma la presenza dei cinghiali continua a preoccupare la popolazione locale. «Un cinghialino morto per strada, per un incidente sul tratto alberato dell’Aurelia vicino alla caserma. Ormai sono un pericolo», è quanto segnalato da Enzo Musard, presidente del comitato di Cerenova-Campo di Mare. I cittadini insomma chiedono interventi mirati anche perché i mammiferi adulti con i loro piccolini sono stati immortalati a passeggio nelle vie di Cerenova in diverse occasioni e altri incidenti erano comunque avvenuti. L’Sos è poi in Palude dove Corrado Battisti, gestore dell’oasi naturale, ha certificato la presenza almeno di 14 cinghiali. C’è poi l’allerta riguardo alla peste suina africana. Finora non sono stati segnalate anomalie per fortuna dagli enti competenti ma l’Asl Roma 4 ha comunque fatto sapere di essere scesa in campo per monitorare l’emergenza legata al virus, che in Italia conta oltre 100 casi, sei dei quali nel Lazio, ma tutti riferiti alla stessa area e cioè la riserva naturale dell’Insugherata a Roma. La Regione Lazio si è mossa con una serie di divieti per arginare la diffusione del virus che colpisce maiali e cinghiali e quindi nella zona dove c’è una proliferazione di questi esemplari come appunto a Ladispoli e Cerveteri. Anche se l’ordinanza


del presidente della Regione Nicola Zingaretti riguarda solo la “zona rossa”, l’azienda sanitaria sta comunque seguendo le indicazioni del ministero della Salute. E sul proprio portale, nella parte riservata all’Area veterinaria del Dipartimento di prevenzione, appare un alert che si riferisce alla peste suina africana. Nell’avviso si chiede appunto a tutta la cittadinanza di inoltrare segnalazioni di cinghiali morti o agonizzanti al numero verde della Protezione civile, 803555. Proprio sulla base delle segnalazioni, il Servizio veterinario si attiverà per coordinare la raccolta dell’eventuale carcassa, che può essere effettuata anche con l’aiuto di tecnici faunistici. Si provvederà quindi a trasferire i campioni o i resti dell’animale presso la sezione locale dell’Istituto zoo profilattico sperimentale del Lazio e della Toscana, che effettuerà le analisi per il monitoraggio. Al momento, come già detto, non si registrano casi di peste suina africana nel territorio della Asl Roma 4, attualmente confinati nella riserva naturale.


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