LADISPOLI - «Quel treno è indispensabile per noi che dobbiamo raggiungere Roma per andare a lavoro anche ad agosto». A parlare è Laura, una pendolare di Cerveteri. Lei come tanti altri residenti della città balneare di Ladispoli, ma anche di Cerveteri, Santa Marinella e Civitavecchia, per poter arrivare in orario a lavoro devono alzarsi presto al mattino, quando il sole non è ancora sorto, pronti a salire sul primo convoglio utile: quello delle 4.56 (a Ladispoli). Ma ad agosto, quel treno, come accade ormai da anni, con la riorganizzazione degli orari da parte delle Ferrovie, viene puntualmente soppresso, lasciando centinaia di pendolari a piedi, costretti a raggiungere la Capitale o in auto o col treno successivo: quello delle 5.30. Per alcuni troppo tardi e scomodo. «Quel convoglio - ha spiegato Laura riferendosi a quello delle 5.30 - passa da Ponte Galeria, fa una tratta diversa e spesso arriva in ritardo, oltre a essere già strapieno». Inutile pensare poi di poter utilizzare qualche altro mezzo pubblico. «Il Cotral fa un altro percorso e così chi deve scendere a Ostiense per prendere la metro - ha proseguito - deve affrontare una vera e propria odissea». E ora, con l’avvicinarsi della stagione estiva, quando la città balneare e l’intero litorale a nord di Roma si riempirà anche dei romani venuti a trascorrere i mesi estivi al mare, i pendolari della stazione di Ladispoli hanno deciso di avviare una raccolta firme destinata a Ferrovie e Regione Lazio per chiedere che quel treno delle 4.56 venga mantenuto. Sono tantissimi i pendolari che hanno aderito a quest’iniziativa e molti altri, delle altre stazioni della Fl5, hanno deciso di seguire lo stesso esempio. La speranza è quella di essere ascoltati. «Già a quell’ora il convoglio è strapieno, figuriamoci poi con l’arrivo della stagione calda e dei vacanzieri. La situazione diventerà insostenibile. Non tutti, purtroppo, ad agosto hanno la possibilità di stare in vacanza. L’unico anno in cui è stato mantenuto è stato il 2020, il primo anno dell’emergenza sanitaria quando eravamo appena usciti dal lockdown». E ora, se ad agosto, invece, si ripeterà ancora una volta qanto accaduto negli anni passati, una delle poche alternative che i pendolari potrebbero avere (oltre a “rischiare” di far tardi e avventurarsi sul convoglio delle 5.30) potrebbe essere quella di mettersi al volante della propria auto. Una soluzione paradossale per Laura e per tanti altri pendolari che puntano i riflettori anche sulle tante campagne contro l’abbattimento delle CO2 e per una mobilità più “green”. «Speriamo tanto che la nostra richiesta venga accolta», ha concluso la pendolare.

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