CIVITAVECCHIA -  Gli interventi messi in campo grazie al Pnrr cambiano il modo di fare sanità e, con esso, evolve il ruolo delle professioni sanitarie. Telemedicina e Centrali operative rendono fondamentale il ruolo dell’infermiere.

«Il nuovo Pnrr - spiega il direttore del Dapss Carlo Turci -, con le case e gli ospedali di comunità, pone al centro il lavoro in equipe e il gioco di squadra. La parola dominante è integrazione interprofessionale e in questa nuova visione le professioni sanitarie e sociali, ed in particolare l’infermiere assume un ruolo strategico nel rafforzamento della prevenzione e il potenziamento dell’assistenza sul territorio con l’integrazione tra i servizi sanitari e quelli sociali, oggi nettamente separati tra di loro. Le case di comunità diventano il punto di riferimento continuativo per la popolazione: qui è possibile trovare, tra i tanti servizi, un Punto unico di accesso, accoglienza, informazione e orientamento del cittadino, che opera in stretto contatto con le Centrali operative territoriali (COT), in particolare per i pazienti fragili e cronici che hanno spesso ricadute legate all’adesione terapeutica, all’educazione sanitaria e alla promozione della salute, tutti ambiti in cui l’infermiere è il protagonista esperto in collaborazione con le altre professioni sanitarie e sociali. La nuova idea di salute non è solo legata all’azione di cura in fase acuta, di riparazione ma verso una nuova idea di benessere che si basa sulla prevenzione».

Come è possibile raggiungere questa sinergia tra professionisti e pazienti?

«Questo obiettivo di salute viene raggiunto grazie alla stretta collaborazione che viene istituita con i medici di medicina generale ed i pediatri di libera scelta, con i distretti, il polo ospedaliero ed i dipartimenti. Infatti, la scelta di potenziare le cure primarie, inserendo anche le professioni sanitarie e sociali, fa comprendere come il ruolo di tali professionisti nella prevenzione, cura, monitoraggio e riabilitazione siano fondamentali grazie all’alleanza che si instaura con il cittadino. L’alleanza terapeutica è infatti il principale obiettivo per generare la motivazione alla cura e al cambiamento di comportamenti a rischio per la salute attraverso l'alfabetizzazione sanitaria. Lo sviluppo della self-care e dell'empowerment del cittadino permettono l'inclusione di quest'ultimo nei programmi di prevenzione e di cura per i quali si sentirà, in prima persona, consapevole di sè e del controllo sulle proprie scelte, decisioni e azioni, sia nell'ambito sanitario che sociale».

Un ruolo fondamentale potrebbe essere giocato dalla telemedicina?

«I l Pnrr sta portando la sanità vicino ai luoghi in cui la popolazione vive e lavora, tramite l’attivazione, su tutto il territorio nazionale, di programmi di telemedicina, senza prescindere dalla periodica osservazione in presenza dei pazienti da parte dei medici di medicina generale, degli specialisti nonché dagli infermieri (telenursing) e le altre professioni sanitarie e sociali. Nello specifico l’infermiere rappresenta l’occhio esperto capace di effettuare un accertamento mirato e l’esecuzione di test ed esami diagnostici in autonomia che verranno visionati e refertati dal medico, anche a distanza. Per raggiungere un obiettivo di salute incentrato sulle attività territoriali la formazione universitaria delle professioni sanitarie e sociali è stata ridefinita a favore di contenuti relativi, per esempio, all’infermieristica di comunità, non solo all’interno degli insegnamenti della laurea in Infermieristica, ma anche con la predisposizione di master che consentono di acquisire un approfondimento scientifico per l'area dell'infermieristica di famiglia e di comunità. Questi nuovi indirizzi di studio permettono di dare attuazione a quanto previsto dalla medicina di iniziativa: team multi-professionali sul territorio, in costante contatto con i colleghi che operano all’interno degli ospedali di I° e II° livello, per rispondere ai bisogni sanitari e sociali dei cittadini in modo proattivo».

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