CIVITAVECCHIA - «Non ho ancora letto le carte, ma le accuse mosse dalla Procura sono tutte da dimostrare. I cinquemila euro che secondo la magistratura sono oggetto dell’accusa di peculato, in realtà è un rimborso spese per dei viaggi in Toscana e in altri luoghi che ha sostenuto nell’esercizio delle sue funzioni». L’affermazione è dell’avvocato Lorenzo Mereu, legale del presidente dell’Agraria Daniele De Paolis, arrestato martedì mattina dalla Guardia di Finanza. Il legale è stato ospite di News&Coffee, la rassegna stampa in onda tutti i giorni alle 9,30 sulle piattaforme Youtube e Facebook di Civonline.

Intanto emergono i primi dettagli relativi all’inchiesta condotta dalle fiamme gialle. Si parla di cinquantaquattro trasferte in Toscana e nel Lazio, per un toltale di oltre cinquemila euro, che il numero uno dell’Agraria avrebbe dichiarato adducendo “motivi istituzionali” ma che in realtà secondo l’accusa non sarebbero mai state effettuate. Si parla, poi di irregolarità in relazione a immobili liberati dall’uso civico.

A quanto pare De Paolis* e i due membri dell’esecutivo avrebbero procurato a un privato, un noto imprenditore civitavecchiese, e a una Srl un ingiusto vantaggio patrimoniale, dando la possibilità di vendita di un immobile solo in apparenza libero da gravami. Nel caso dell’imprenditore, l’accusa per De Paolis è quella di aver attestato falsamente, all’inizio del 2021, che l’immobile di proprietà dell’uomo di affari locale era libero da usi civici, mentre in realtà dopo il deposito della perizia demaniale commissionata dall’Agraria, non era intervenuto il provvedimento comunale di liquidazione previsto dalla legge regionale 1 del 1986.

Un’ altra ipotesi di reato riguarderebbe diciannove capi di bestiame che, secondo l’accusa, De Paolis e altri due membri dell’esecutivo dell’Agraria avrebbero attestato falsamente nella delibera di ratifica di acquisto datata 27 maggio 2021, successiva a un sopralluogo finalizzato alla compravendita effettuato il giorno precedente, a fronte della consegna del bestiame che sarebbe avvenuta il 12 maggio, quindi giorni prima dell’atto finito sotto la lente dell’Autorità giudiziaria. Problemi anche per quanto riguarda i requisiti di vacche, vitelli e tori acquistati: in alcuni casi l’età dichiarata dei bovini acquistati per un importo pari a 19mila euro non corrisponderebbe a quella reale, in altri invece sarebbero state riscontrate irregolarità in ordine alla certificazione Anabic.

 

*PRESUNZIONE DI INNOCENZA – Il soggetto indagato è persona nei cui confronti vengono effettuate indagini durante lo svolgimento dell’azione penale; nel sistema penale italiano la presunzione di innocenza, art 27 Costituzione, è tale fino al terzo grado di giudizio e la persona indagata non è considerata colpevole fino alla condanna definitiva.

 

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