S. MARINELLA – Prende il via la macchina degli aiuti all’Ucraina anche da Santa Marinella. Protagonista dell’iniziativa, l’assessore ai Servizi sociali Pierluigi D’Emilio che ha un rapporto preferenziale con questa nazione, avendo avuto ospiti il sindaco di Kiev e diverse personalità ucraine nella Perla del Tirreno ed essendo stato lui stesso in visita da loro. Ed è proprio D’Emilio a spiegare quello che stanno vivendo quelle persone. “Sono stato in contatto con loro per giorni – dice l’assessore – ma inizia a diventare difficile collegarsi via internet con gli amici in Ucraina. È in atto un massiccio attacco informatico. I tank russi sono nelle strade della capitale ma l'esercito non riesce a sfondare grazie all'incredibile resistenza del popolo ucraino. I bambini rimangono con gli anziani e chiunque può tenere un fucile in mano combatte. Le donne sono in prima linea. Io non riesco neanche ad immaginare quale angoscia si possa provare e quanto dolore si debba sopportare. Oramai è guerra totale. Le proteste in Russia salgono alte ed anche li c'è l'assalto a prelevare dai bancomat”. “Oggi – continua D’Emilio - comunicheremo i giorni e gli orari per far partire la raccolta alimentare e di tutto ciò che serve, medicinali, siringhe, antinfiammatori ed altro. Santa Marinella è riuscita ad avere la collaborazione anche di altre città e ringraziamo tutti coloro che con sacrificio stanno spendendo il loro tempo per organizzare gli aiuti. Bracciano, Civitavecchia, Tarquinia, Roma. Gli italiani hanno un cuore grande e lo stanno dimostrando ancora una volta. Grazie a tutti voi per le tante telefonate e messaggi”. Testimone della tragedia anche l’attivista Alessandro Di Spirito. “Sono appena tornato dal confine tra la Polonia e l'Oblast di Liviv – dice Di Spirito - ho con me tre bambini ucraini e la mamma, vorrei avere qualche informazione, se possibile, riguardo altri bambini o famiglie in zona e se c’è la possibilità di organizzare lezioni di italiano o fare una specie di dad per tenerli impegnati e non farli pensare troppo a casa dove hanno lasciato i loro parenti”.