CIVITAVECCHIA - Dopo 28 anni Civitavecchia torna a giocare la finale della fase regionale della Coppa Italia di Eccellenza.

Siamo voluti “scendere in campo” in maniera figurata assieme ad un protagonista del calcio locale che racchiude questi due bellissimi momenti per il movimento locale: stiamo parlando di Paolo Caputo, capitano della squadra che vinse il torneo nel 1994 e che poi andò in finale nella fase nazionale, e ora alla guida del settore giovanile nerazzurro come responsabile. Non solo: il tecnico, conosciutissimo in città, è stato anche alla guida della Compagnia Portuale, che nel 2019 vinse la Coppa Italia di Promozione contro il Paliano per 3-1. In campo c’erano, tra gli altri, Ruggiero, Funari e Serpieri.

«Credo che questo sia il minimo che si possa dare alla piazza - afferma Paolo Caputo - che merita davvero tanto, speriamo che presto si possa tornare a parlare di un Civitavecchia che naviga in ben altre categorie. Voglio fare i complimenti personalmente al presidente Patrizio Presutti ed al general manager Ivano Iacomelli, che hanno messo in piedi un progetto importante, che vuole far continuare a stupire tutti. Civitavecchia deve fare ancora tanto per rendere omaggio ai tifosi. In questi giorni tantissimi hanno manifestato l’intenzione di andare a Roma a guardare la finale, un bel segnale per poter riportare la nostra città agli antichi splendori».

Viene naturale fare un piccolo paragone, seppur inutile e magari anche irrispettoso, tra la squadra che il 6 gennaio 1994 vinse allo stadio Flaminio di Roma contro il Ceccano per 3-0 e quella attuale. In panchina il Mago, Ugo Fronti, tra l’altro rivisto con piacere qualche settimana fa al Tamagnini per assistere ad una partita dei nerazzurri.

«Non credo sia giusto fare un paragone - riprende Caputo - anche per questioni storiche e perché parliamo di differenti generazioni. Su una cosa, però, questo Civitavecchia mi ricorda quello del passato. Ovvero il calore che è riuscito a trasferire ai tifosi, su questo mi riporta a quei bellissimi giorni. Sono contentissimo che questi ragazzi siano riusciti a fare breccia nei cuori dei supporter».

Tifosi che in questi giorni sono stati visti anche agli allenamenti al Tamagnini, con la voglia di dare la carica giusta a Ruggiero e compagni, i quali sono assolutamente in estasi, neanche minimamente piegati dal pareggio sul campo dell’Ottavia. E come sta vivendo questo magnifico momento Paolo Caputo? «Nel 1994 ero il capitano - spiega l’ex tecnico anche di Ostiamare e Tolfa, tra le altre - e non riuscivo a comprendere pienamente la portata di quanto avevamo fatto. Solo successivamente ho capito cosa era accaduto. Ora è diverso, non vivo la squadra quotidianamente e quindi non ho quel calore. Dico che sono sensazioni bellissime, che in questo momento sta vivendo Massimo Castagnari, spero che se le goda tutte».

Quindi non resta che aspettare il fischio d’inizio e sperare che i nerazzurri possano alzare al cielo la coppa e intraprendere quel meraviglioso percorso in giro per l’Italia, che nel 1994 venne fatto e condusse fino ad Aosta, qua
ndo, purtroppo, il Varese tolse la gioia più bella. Intanto, dalla Sardegna, ad aspettare, c’è l’Ossese, che affronterà nel primo turno la vincente della battaglia del Tre Fontane.

G. P.

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