CIVITAVECCHIA - Allarme nella notte al carcere di Borgata Aurelia: un cittadino, passando in via Refice (area pubblica coincidente con la struttura detentiva, già in passato oggetto di attenzione mediatica per via dell’evasione di due detenuti) ha notato qualcosa di anomalo posizionato al margine della carreggiata e ha chiamato il numero di emergenza. Il fatto tuttavia non è sfuggito agli agenti di Polizia penitenziaria, che una volta scesi in strada hanno accertato la presenza di diverse decine di petardi, pare oltre 30 chili di esplosivo, tutti collegati tra loro, pronti per essere accesi. Immediatamente è stato informato il Nic (Nucleo investigativo centrale) della Polizia penitenziaria, reparto fiore all’occhiello del Dap, capace di svolgere indagini complesse all’interno delle carceri.

Dopo aver ricevuto la chiamata dal numero unico di emergenza, sul posto si sono presentati anche i Carabinieri per i primi rilievi; sono stati loro a prelevare poi i petardi. Tutto il resto è nelle mani della Polizia penitenziaria, che sta indagando all’interno della Casa Circondariale a trecentosessanta gradi per capire cosa sia potuto accadere e soprattutto per stabilire un nesso tra i petardi ritrovati ed eventualmente uno o più detenuti. Dal momento che si tratterebbe di piccoli ordigni pirotecnici, appare difficile pensare che possano essere stati posizionati in quel punto per produrre un danno da detonazione, magari coinvolgendo altre fonti pericolose nelle vicinanze, come cabine del gas oppure elettriche.

Non è insolita, tuttavia, la pratica di accendere fuochi d’artificio fuori da un carcere per festeggiare nascite o compleanni di parenti o amici detenuti. A Napoli è accaduto lo scorso agosto, a Bari circa un mese fa. Tutto lavoro per gli inquirenti che dovranno ora fare chiarezza su ogni aspetto legato all’accaduto.

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