Nasce la rubrica “A Tutto Sport”, rassegna sportiva a cura dell’ex nuotatore azzurro di Civitavecchia Damiano Lestingi, attualmente membro del comitato organizzatore delle Olimpiadi invernali Milano-Cortina 2026.
Una rubrica dedicata allo sport in tutte le sue accezioni, che comprendono non solo il gesto tecnico di una pallavolista o di un karateka ma anche temi all’apparenza lontani, quali politica, geopolitica, cultura, economia, educazione e storia. L’intreccio di tutti questi fattori rende lo sport un’arma strategica per le Nazioni al fine di divulgare la propria influenza nel globo.
Il famoso “soft power”. Questa rubrica si pone quindi l’obiettivo di camminare a debita distanza dai risultati agonistici e più vicina a ciò che lo sport dovrebbe far ricordare e insegnare, a partire dai Giochi Olimpici.
Ma perché si chiamano Olimpiadi? Il nome viene direttamente da una piccola città della Grecia, Olimpia, ove è situato il Monte Olimpo, residenza degli Dei Olimpi, i famosi dodici della mitologia greca. Il re del monte sacro era Zeus, colui che deteneva il potere assoluto e rimaneva sempre imparziale in ogni decisione. Le Olimpiadi erano quindi delle feste pagane in cui si rendeva onore a Zeus e a tutti gli Dei. Nate nel 776 a.C, 23 anni prima della fondazione di Roma, nei primi secoli erano delle manifestazioni prettamente locali, con il passare dei secoli cominciarono ad avere una risonanza “europea” dovuta anche alla presenza di popolazioni vicine e soprattutto dell’Impero romano. Non c’era solo lo sport, ma vi erano anche sfide di canto, di ars oratoria e di musica. I vincitori erano ammirati e ricordati per decenni al pari degli eroi di guerra. I premi, il più delle volte, oltre alla gloria eterna, consistevano il più delle volte in anfore piene di olio, elemento molto prezioso all’epoca. Le Olimpiadi antiche cominciarono il loro declino con l’avvento del Cristianesimo quando l’imperatore Teodosio (sotto l'influenza del Vescovo Ambrogio di Milano) con il celebre editto del 393 d.C. vietò tutte le manifestazioni di natura pagana, vietando indirettamente anche i Giochi Olimpici. Vennero “resuscitate” circa 1500 anni dopo, per ferma volontà del Barone francese Pierre de Coubertin, nel 1896 ad Atene, la prima edizione delle “Olimpiadi dell’era moderna”, così come le conosciamo oggi.
A cura di Damiano Lestingi
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