Resta caldo il tema PalaGalli, l’impianto natatorio cittadino attualmente chiuso e ormai da anni gestito senza programmazione dalla Nc Civitavecchia. La società del presidente Manrico Tombolelli è stata recentemente coadiuvata nella gestione dal consorzio Gis formato da Cosernuoto e Centumcellae, le quali hanno poi deciso di non proseguire la loro avventura al fianco della Nc, che in questi giorni ha invece trovato l’appoggio di un altro Consorzio, quello formato da Asd Nautilus Sport e Sport Natatori Città di Civitavecchia 1950. Il neo triumvirato, con l’aiuto dell’amministrazione comunale, potrebbe allungare “l’agonia”, almeno per un’altra stagione, del povero PalaGalli e con esso delle formazioni di pallanuoto impegnate nei rispettivi campionati nazionali. A meno che dopo tanti anni l’amministrazione non decida finalmente di abbandonare la politica del “mettiamoci una toppa” e di svoltare verso una soluzione a lungo termine che coinvolga e responsabilizzi lei stessa in prima persona, le società natatorie locali e le grandi aziende che operano sul territorio: solo così, con una sinergia che non lasci nulla al caso, si potrebbe tornare a gestire in modo virtuoso un impianto definito dagli addetti ai lavori “antieconomico”. Tra coloro che stanno pagando il prezzo relativo alla chiusura dello Stadio del Nuoto di Civitavecchia c’è anche la Cosernuoto, intervenuta attraverso le parole del presidente Antonio Parisi, il quale ha toccato solo alcuni dei tanti nodi da sciogliere e ovviamente lo ha fatto dalla sua prospettiva.

[caption id="attachment_399600" align="alignleft" width="300"] Il presidente della Cosernuoto AntonioParisi[/caption]

Presidente Parisi, secondo lei il campionato della pallanuoto femminile inizierà realmente il 6 febbraio?
«Questo è il comunicato della federazione, ma onestamente rimango scettico su questa data in quanto il numero dei contagi è in costante aumento. L’anno scorso la Fin ha optato per gironi regionali e poi un concentramento finale, vedremo a breve».
Una preparazione che a Natale si è fermata per i problemi del PalaGalli.
«Noi dal 22 dicembre al 6 gennaio siamo stati chiusi allo Sport Garden ed avevamo gli orari a disposizione dalle 18 in poi per le ragazze, ma il tecnico ha declinato l'invito, poi vistosi senza alcuna possibilità al PalaGalli ha chiesto degli orari su al Garden. Ora, considerando anche la chiusura di via Maratona e quindi l'impossibilità di far allenare gli atleti del nuoto, tutti i bambini dai 7 agli 11 anni, si è optato per fare allenare le ragazze in alcuni casi alle 17, alle 19.30 e soprattutto alle 21. Del resto è un momento, con anche la comunale chiusa, in cui tutti si devono sacrificare».
PalaGalli chiuso ancora per quanto?
«A noi non è dato saperlo, ma ci auguriamo che riaprirà al più presto, in modo che anche il nuoto di categoria possa usufruire nuovamente della vasca a 50 metri e le ragazze riprendere gli allenamenti in vasca regolare».
Ma che cosa è successo? Anche voi facevate parte del Consorzio Gis.
«Il Consorzio ha deciso di non proseguire più l’avventura. Detto ciò, noi abbiamo la coscienza a posto. Insieme alla Centumcellae, sotto la presidenza di Roberto Rossi condivisa anche da Nc e avallata dal Comune, è stato condiviso un percorso. Mi ricordo che l’anno scorso durante la pandemia la Cosernuoto e la Co.Ser. Sport per far allenare tutte e tre le società tenne aperte tutte e due le piscine ospitando tutta l’attività e dividendo le spese dei costi di gestione, costi da noi anticipati, ma che ancora le due società stanno cercando di onorare. Poi a febbraio si aprì lo stadio con molta fatica ed anticipando dei soldi per gli allacci, il nostro compito si è esaurito permettendo alla Nc e agli altri di effettuare i campionati e le gare e gli allenamenti di nuoto, portando a fine anno un pari di bilancio, con un costo zero per le società».
Perché non avete fatto l’attività istituzionale, quale la scuola di nuoto al PalaGalli?
«L’attività di scuola di nuoto si sarebbe potuta fare solo da ottobre 2021 in quanto prima tale esercizio era sospeso per colpa della pandemia, e comunque implicava un aumento della gradazione dell’acqua da 28 a 30 gradi, considerando che i bambini partono dai 3 anni, inoltre con un esborso oneroso che non copriva l’effettiva convenienza sui costi di gestione, chi gestisce piscine sa di cosa parlo ed inoltre c’è da considerare che molti orari adatti alla scuola venivano occupati dagli allenamenti delle società, in più la Coser rimanendo l’unica società a farla in città aiutava nelle spese fino a 33mila euro annue di contributo il Consorzio Gis. Comunque nero su bianco tutte e tre le società erano perfettamente in linea su questa decisione».
Ma se poi la Nc o chi per lei dovesse ritornare a farle?
«Ognuno è libero di fare ciò che crede, noi avevamo deciso in quel modo, resta il fatto che se si ottenessero contributi da enti o grandi aziende con intercessioni come al solito comunali diventerebbe concorrenza sleale in quanto si concorrerebbe alle spese e di conseguenza andrebbero onorate tutte le società in egual modo».
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