Omicidio a Tarquinia, spunta un sospettato: in un video l’uccisione di Angeletti
Il professore dell'università della Tuscia ucciso con un colpo di pistola alle Saline. Ritrovato il bossolo. Decisive le immagini di una telecamera del Comune che ha ripreso il parcheggio dove è avvenuto il delitto. Si indaga sulle conoscenze della sfera personale della vittima
CIVITAVECCHIA – C’è un sospettato su cui si sta concentrando in queste ore l’attenzione dei carabinieri di Viterbo che indagano sull’omicidio di Dario Angeletti, biologo marino e professore associato all’università della Tuscia di Viterbo, trovato cadavere ieri nel parcheggio sterrato nei pressi delle Saline, a Tarquinia.
Potrebbe essere impressa nelle immagini di una telecamere di videosorveglianza la svolta sulla morte di Angeletti, figlio di un medico, notissimo a Tarquinia e Civitavecchia. Il professore è stato ucciso con un colpo di pistola ieri pomeriggio. Nelle scorse ore è stato ritrovato il bossolo del proiettile.
A meno di 24 ore dal ritrovamento del corpo del prof c’è un sospettato. Per chi indaga l’omicidio sarebbe maturato nella cerchia delle conoscenze personali e non lavorative. Decisive per le indagini i video di alcune telecamere che da lontano inquadrano il parcheggio dove Angeletti è stato trovato. Da ieri pomeriggio, quando è scattato l’allarme dopo la scoperta del corpo nell’auto, i carabinieri lavorano senza sosta per dare un volto e un nome al killer del professore. E stabilire movente e dinamica di quanto accaduto nella zona delle Saline. In queste ore si sono succeduti gli interrogatori di conoscenti, familiari e anche eventuali testimoni che potrebbero aver visto o sentito qualcosa poco prima del ritrovamento del corpo. E analizzando le immagini di varie telecamere posizionate nell’area delle Saline gli investigatori dell’arma di Tarquinia si sarebbero concentrati in particolare su una. Poco distante dal punto del piazzale in cui è stata trovata la macchina di Angeletti e che potrebbe aver ripreso un secondo veicolo arrivare o andare via. Per terra gli investigatori hanno trovato segni di frenata della macchina della vittima. Non si esclude, dunque, che Angeletti abbia tentato di scappare.
L’uomo era insanguinato seduto al posto del guidatore con la cintura di sicurezza, a dare l’allarme è stato un passante. I militari stanno scavando nella vita del docente e sono al lavoro per ricostruire come e con chi ha trascorso le sue ultime ore. Accertamenti saranno eseguiti anche sul cellulare per risalire agli ultimi contatti. Intanto, forse già domani, sarà eseguita l’autopsia sul corpo di Angeletti.
La procura di Civitavecchia ha aperto un fascicolo per omicidio.
Angeletti era sposato ed aveva due figli. Era molto conosciuto e stimato nella cittadina della Tuscia dove viveva e lavorava. Dal 2010 insegnava ecologia applicata e tutela dell’ambiente marino al polo universitario di Civitavecchia. Il suo lavoro si svolgeva anche nel laboratorio di ecologia e centro ittiogenico sperimentale alle Saline di Tarquinia, a poca distanza dal posto dove il suo corpo è stato trovato senza vita.
Il sindaco di Tarquinia, Alessandro Giulivi, in un post su Fb racconta come «la città da alcune ore sta vivendo uno dei suoi momenti umani più bui», aggiungendo che in segno di lutto «saranno sospese le celebrazioni dell’accensione delle luminarie, lasciando spazio alla preghiera e alla riflessione».
Intanto, ogni attività didattica nel Polo di Civitavecchia sarà sospesa nelle giornate di domani e del 10dicembre. «Per rispetto di Dario che domani sarebbe entrato in aula», dicono dal Deb, il dipartimento Unitus dove insegnava.
Dario Angeletti «amava il mare e ne aveva fatto il suo lavoro», affermano dal suo dipartimento. «Lo vogliamo ricordare sorridente, tra i suoi studenti, sulle sue barche, in mezzo al mare. Era un docente apprezzato e appassionato, come testimoniano i molti messaggi di cordoglio che stiamo leggendo in queste ore e che ci scaldano il cuore. Tutto ciò che negli anni aveva studiato, Dario lo trasmetteva con entusiasmo ai suoi studenti, che spesso lo sceglievano come relatore per le loro tesi», concludono.