Uno sguardo sul mondo Etiopia: radici e ragioni della guerra civile
ETTORE SALADINI
Dopo migliaia di morti, un milione di sfollati e larga parte della popolazione allo stremo, la guerra civile in Etiopia sta volgendo a favore delle forze ribelli. I combattenti della regione del Tigray e i loro alleati, guidati dal Fronte Popolare di Liberazione (FPLT), sono giunti alle porte meridionali della capitale Addis Abeba. Il primo ministro Abiy Ahmed ha dichiarato lo stato di emergenza e ha rivolto un appello per la mobilitazione militare dei civili. Il FPLT è nato nella metà degli anni 70 come un piccolo nucleo armato di tigrini, un gruppo etnico posto a lungo ai margini dal governo centrale etiope, nato per combattere la dittatura Marxista militare.
Lo stato africano conta infatti due grandi gruppi etnici: gli oromo e gli amhara, che insieme compongono i 60% della popolazione. I tigrini invece, sono il terzo più grande, corrispondente a circa il 7%. Nel corso degli anni, il FPLT è diventata la forza ribelle più organizzata nel paese. Nel 1991 ha guidato un’alleanza che ha rovesciato il governo e ha instaurato un nuovo regime sotto la sua guida, in grado di rendere l’Etiopia uno Stato stabile e di migliorarne significativamente l’economia. Il governo a guida tigrina si è però fatto artefice di politiche fortemente repressive che non sdegnavano l’utilizzo di pratiche estremamente violente come la tortura. Il paese ha iniziato ad accumulare tensioni, che sono scoppiate nel 2012 e hanno portato alla salita al potere dell’attuale premier, Abiy Ahmed.
Nel 2019, Ahmed ha iniziato un processo di consolidamento del potere, creando un nuovo partito che ha messo in minoranza l’ex partito di governo. Il FPLT ha continuato invece a guidare il proprio governo regionale, alimentando le tensioni con la capitale. La situazione è precipitata quando le forze del FPLT hanno attaccato una base militare federale. Poche ore dopo, il governo centrale ha risposto lanciando un’offensiva militare contro la regione e , in poco tempo, le forze federali sono riuscite a far capitolare la regione. È in questo momento che il FPLT si è rifugiato nelle zone più aspre e montuose della regione e ha iniziato a condurre una strategia di guerriglia.
Le sorti della guerra si sono capovolte rapidamente. A giugno, le forze federali hanno subito una sconfitta pesante e migliaia di soldati sono stati catturati. Da questo momento in poi i ribelli hanno iniziato la loro avanzata verso Adis Abeba, quasi completata nei primi giorni di novembre. Ora la guerra sembra essere ai titoli di coda e lo Stato sull’orlo del baratro.