Uno sguardo sul mondo Tunisia: eletta la prima donna Premier
ETTORE SALADINI
Una svolta storica. Per la prima volta, in Tunisia e nel mondo arabo, l’incarico di Premier viene affidato a una donna. Il 29 settembre, il Presidente tunisino Kais Saied ha incaricato Najla Bouden Romdhan di formare un nuovo governo. La neo-premier è una personalità sconosciuta all’opinione pubblica, un outsider che, secondo fonti locali, sarebbe molto vicina alla moglie di Saied. Romdhan è un ingegnere minerario, con alle spalle una importante carriera accademica come docente universitario di Geologia. È stata anche responsabile di un progetto della Banca Mondiale per riformare l’istruzione e una dei dirigenti del ministero ma è completamente estranea allo scenario politico tunisino. La notizia, per il suo fascino paritario, ha fatto rapidamente il giro del mondo. Le apparenze però ingannano.
Gli oppositori del regime la definiscono come una mossa di facciata, studiata a tavolino per tentare di sviare l’attenzione dalla disastrosa crisi economica e dal progressivo sgretolarsi della democrazia in Tunisia. Lo stato africano, considerato come l’esperimento democratico più di successo dopo le primavere arabe, sta vivendo un pericoloso processo di deriva autoritaria iniziato il 25 luglio con il congelamento del Parlamento e le dimissioni forzate dell’ex Primo Ministro Hicham Mechichi. Le mosse di Saied sono state accompagnate da un discusso pacchetto di misure eccezionali che hanno rafforzato il ruolo del presidente, di fatto concedendogli i pieni poteri con un decreto che attribuisce al presidente il potere esecutivo e l’ultima parola su quello giudiziario, nonché la possibilità di nominare premier e ministri.