Rassegna stampa IL DIARIO. Tedesco al capolinea e chi lo ha affondato è già pronto a cambiare treno
CIVITAVECCHIA – Come previsto nel Diario di domenica scorsa, ieri mattina all’aula Pucci è stato servito un antipasto della crisi della giunta Tedesco.
Il Sindaco è finito impallinato tre volte: si è partiti da una questione più “politica” come quella legata alla cittadinanza onoraria alla senatrice a vita Liliana Segre, per cui Tedesco avrebbe voluto bocciare la mozione presentata da Scilipoti e Tarantino e invece è stato costretto ad astenersi assistendo all’approvazione della proposta. Stesso film per il regolamento mense, riscritto dalla minoranza, e per la variazione di bilancio su servizi sociali e Csp.
Per tutta la mattinata il primo cittadino è stato preso a schiaffi (politicamente, si intende) dalla minoranza, guidata dagli interventi chirurgici e senza sbavature di Fabiana Attig (La Svolta) e di Vincenzo Palombo e Giancarlo Frascarelli (Fratelli d’Italia). Quest’ultimo in particolare, avventatamente e improvvidamente tirato in ballo dal capogruppo azzurro Massimo Boschini, poco avvezzo a parlare fluentemente che interviene raramente e che ieri probabilmente avrebbe fatto bene a non rompere questa sua personalissima linea di condotta, esponendosi invece alla controreplica di Attig e dello stesso Frascarelli, che lo hanno mandato al tappeto.
Ma nella metafora pugilistica, il più suonato di tutti è il Sindaco, che non sapendo più cosa dire ha dovuto ammettere di essersi accorto benissimo della diserzione dei 3 consiglieri del suo partito, la Lega, arrivando a fare battute anche sulla firma di una mozione di sfiducia a se stesso.
Tedesco cerca garanzie a Roma, dove però – in attesa dell’esito definitivo dello spoglio, atteso per la giornata di oggi – non pare esserci più nessuno che queste garanzie possa non solo darle, ma neppure prometterle.
Lo stesso vale, anche se da prospettive diverse, sia per i 3 aventiniani, che per il figliol prodigo Giammusso.
Cacciapuoti, Pepe e Marino sono stati minacciati di venire espulsi dalla Lega, ma ieri mattina non si sono comunque presentati all’aula Pucci. Giammusso, invece, che aveva lanciato l’iniziativa aventiniana, è tornato indietro. Ma rischia di rimanere in mezzo al guado e – come si dice a Civitavecchia – di non essere più buono né per il Re, né per la Regina. Giammusso ammette che esiste un problema politico, ma prova a rilanciare, sfidando i suoi (ex?) colleghi di partito a gettare la maschera in occasione del voto sul bilancio consolidato, previsto lunedì prossimo.
Cosa dovrebbe accadere per fare tornare i 3 a più miti consigli? Le cronache ufficiali parlano di una richiesta di azzeramento del quadro politico-amministrativo, sulla scia di quanto chiesto prima della pausa di agosto. Azzeramento su cui non ci sarebbe però – secondo Radio Pincio – la disponibilità del Polo Democratico. Altri maggiorenti si chiedono chi si debba cercare di recuperare: se i 3 leghisti o i 3 di FdI e Svolta. Nessuno pensa a un bagno di umiltà e a un tentativo in extremis di darla, una svolta, ricucendo il quadro originario. Segno evidente che non c’è volontà per un vero recupero e inversione di tendenza.
In un caso o nell’altro, la sintesi politica che sembra scritta (per questo Diario in realtà già da diverso tempo) è che il convoglio sia al capolinea e diversi passeggeri siano già pronti a scendere per prendere un altro treno. L’unico a non averlo chiaro è il capotreno, che presto rimarrà appiedato.
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Rassegna stampa dal quotidiano LA PROVINCIA del 5 ottobre 2021