Il 18enne di Tarquinia morì il 26 aprile del 2016 a seguito di una fibrillazione ventricolare Omicidio colposo: a processo i due medici che avevano in cura Edoardo Costa
TARQUINIA – Sono stati rinviati a giudizio i due medici che avevano in cura il giovane Edoardo Costa, il 18enne di Tarquinia morto il 26 aprile del 2016 a seguito di una fibrillazione ventricolare.
Il giudice del tribunale di Civitavecchia, Francesco Filocamo, ieri mattina ha sciolto la riserva dopo la discussione avvenuta lo scorso 21 aprile, ed ha così ritenuto necessario un riscontro dibattimentale sulle fonti di prova per fare piena luce sulla tragica morte del ragazzo e sulle eventuali responsabilità. I due medici sono chiamati a rispondere del reato di omicidio colposo, con la prima udienza che è fissata per il 15 novembre prossimo.
Con l’apertura del processo, che fa tirare un primo timido sospiro di sollievo in mamma Cristina e papà Carmelo ( rappresentati dall’avvocato Jacopo Macrì dello studio Bruno Sgromo), in cerca da anni della verità e di una spiegazione su quanto accaduto, si potrà quindi cercare di fare maggiore chiarezza sulle eventuali responsabilità e su quello che effettivamente può aver cagionato la morte del ragazzo e soprattutto se poteva essere evitata. Nel corso del processo, verrà di nuovo affrontato anche l’aspetto emerso nell’udienza dello scorso 21 aprile, circa l’assenza di alcuni reperti autoptici e in particolare del cuore di Edoardo Costa: il reperto cardiaco dopo l’autopsia sarebbe infatti sparito dall’armadietto dove era custodito.
La morte del giovane Edoardo Costa è stata, e resta, una ferita profonda nel cuore di tutta la città di Tarquinia vicina alla coppia di commercianti che hanno perso il loro unico figlio quella tragica mattina pochi minuti prima che il ragazzo si alzasse dal letto per andare a scuola. Inutile la corsa disperata in ospedale, quella fibrillazione gli è stata fatale.
Nell’immediatezza del fatto, la Procura di Civitavecchia iscrisse nel registro degli indagati, per omicidio colposo, i due medici che avevano in cura Edoardo da tre anni. Il ragazzo era infatti sotto controllo per un’aritmia che lo aveva costretto ad una cura farmacologica; una terapia interrotta pochi mesi prima del decesso, perché, secondo i medici, le condizioni del ragazzo erano migliorate.
Il pubblico ministero, dottoressa Martina Frattin, a novembre 2020 ha poi chiesto il rinvio a giudizio per entrambi i dottori la cui colpa sarebbe consistita “in negligenza e imprudenza”.
I due professionisti sono accusati in particolare di “aver omesso di eseguire i dovuti accertamenti diagnostici per la diagnosi differenziale fra le possibili patologie, causa della grave instabilità ventricolare della quale era affetto Costa Edoardo, in particolare omettendo di disporre la biopsia endomiocardica, per aver, poi, omesso di disporre l’ablazione del focus aritmogeno”. Ad uno dei due medici è anche contestato di aver “omesso di disporre il ripristino dell’efficace terapia farmacologica che precedentemente era stata disposta”.
Come si ricorderà, nell’udienza dello scorso 21 aprile, l’avvocato dei genitori di Edoardo aveva chiesto il rinvio a giudizio per entrambi i dottori, mentre gli imputati avevano invece avanzato la richiesta di una sentenza di non luogo a procedere, ma anche di escutere, a sommarie informazioni, un consulente che era stato nominato per la seconda consulenza tecnica, ma che poi di fatto non partecipò alla stesura della stessa. Il dottor Filocamo si era quindi riservato di decidere, fino a ieri mattina.
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MORTE DI EDOARDO COSTA: RINVIATI A GIUDIZIO I DUE MEDICI