Csp: la revoca di Carbone scalda il Consiglio
Acceso il dibattito in apertura di seduta tra Attig, Mari e Tedesco
CIVITAVECCHIA – La revoca del presidente di Csp Antonio Carbone, sostituito da Fabrizio Lungarini nel corso dell’assemblea dei soci di martedì, è stata al centro di un acceso scambio di battute, in apertura di consiglio comunale, tra il consigliere della Svolta Fabiana Attig, il presidente del consiglio Emanuela Mari ed il sindaco Ernesto Tedesco.
“Ho chiesto parola in base all’art. 25 del regolamento del consiglio che recita “…dopo le comunicazioni del presidente ogni consigliere ha facoltà di chiedere per celebrazioni di eventi, per commemorazione di persone o di date di particolare rilievo o per comunicazioni di grave importanza” – ha spiegato Attig – e sono stata interrotta dal Presidente del Consiglio che mi ha tolto l’audio in quanto secondo la stessa ma anche per il Sindaco non era un fatto importante. Un atteggiamento che denota la poca inclinazione al confronto al dialogo e al rispetto della massima”. Il sindaco, definendo il suo intervento una “difesa d’ufficio dell’avvocato Carbone”, ha quindi invitato Attig a presentare una interrogazione in merito, senza rispondere alle diverse domande presentate dal consigliere ed anzi anticipando una possibile querela nei suoi confronti per delle parole pronunciate una volta fatto chiudere l’intervento.
Intervento nel corso del quale Attig, sottolineando di aver appreso dagli organi di informazioni del nuovo cambio al vertice di Csp e una volta avuto accesso agli atti, avrebbe giudicato poco fondate le motivazioni alla base della revoca.
“Per questo, dal punto di vista politico e amministrativo, crediamo sia doveroso un chiarimento al Consiglio Comunale da parte del Sindaco in particolare in merito a questi punti – ha spiegato – sulla procedura, non possiamo non ricordare come, appena insediata, l’amministrazione avviò il procedimento di revoca del precedente cda di Csp, attraverso l’articolo 50 del Tuel, relativo allo spoil system. Un percorso a mio avviso assolutamente legittimo, che però, dopo pochi giorni, in seguito alla risposta del cda presieduto dal dottor Di Leva, che minacciava azioni legali, il Sindaco ritenne di abbandonare per non – parole sue – esporre l’amministrazione al rischio di contenziosi e di possibili danni erariali. Oggi rileviamo che evidentemente il Sindaco ritenga invece di non correre e di non far correre al Comune alcun tipo di rischio in tal senso, individuando nella persona dell’avvocato Carbone l’unico responsabile delle inadempienze riportate nella revoca dell’incarico e, cito testualmente dei “comportamenti contraddittori o omissivi o reiterate inottemperanze alle direttive istituzionali e agli indirizzi definiti dal sindaco e dal consiglio comunale nonché gravi ritardi nella gestione e documentata inefficienza, pregiudizio arrecato all’interesse del comune”. Non si può non notare come, essendo l’organo amministrativo di natura collegiale, e peraltro avendo assunto la dottoressa San Felice di Bagnoli anche alcune deleghe gestionali importanti nell’ambito del Cda – ha aggiunto Attig – l’aver revocato soltanto l’incarico del Presidente, appare come un atto che evidentemente non può che trovare giustificazione nella condotta strettamente personale dell’avvocato Carbone. Perché, qualora così non fosse, – io non sono uno dei numerosi avvocati di cui ormai l’amministrazione è piena ma ritengo che la considerazione non sia priva di fondamento – potrebbe certamente trattarsi di un ulteriore elemento di rischio di contenzioso per il Comune”.
Riprendendo poi le motivazioni dell’atto di revoca, dove si cita il venir meno del rapporto di fiducia con il Sindaco e il Consiglio Comunale, e nella parte prima menzionata, in cui si fa riferimento a “inottemperanze agli indirizzi definiti dal Sindaco e dal Consiglio Comunale”, “non si può non notare che la revoca e il presunto venir meno del rapporto di fiducia con il Consiglio non è mai stato oggetto di discussione in questa assise – ha evidenziato il consigliere – venendo il Consiglio a conoscenza oggi solo dalla stampa delle azioni del Sindaco a tal proposito. Inoltre, per quanto riguarda gli indirizzi approvati dal Consiglio con la delibera 78, mi pare che a non ottemperare sia stata in primo luogo l’amministrazione, che con delibera di Giunta, e quindi senza tornare in Consiglio Comunale, ha stabilito che la ricapitalizzazione della società non avvenisse come puntualmente deliberato dal Consiglio, ma fosse soltanto parziale. Non risulta inoltre che al momento la Giunta abbia dato seguito anche ad altri indirizzi contenuti nella stessa delibera 78, con la conseguenza che da un lato il permanere delle condizioni di non finanziabilità della società hanno determinato il diniego delle banche all’erogazione del finanziamento di 2milioni di euro; e dall’altro la società stessa è ancora oggi esposta ad enormi criticità finanziarie che rischiano di causarne il default. Chiediamo quindi al Sindaco di chiarire sia in ordine alla revoca del mandato dell’avvocato Carbone che, sulla situazione di Csp e sulla mancata piena attuazione, dopo 5 mesi, della delibera 78 contenente gli indirizzi del Consiglio Comunale, che è – o dovrebbe essere – sovrano nell’assumere decisioni su questa materia. Le azioni, o per certi versi l’inerzia del Sindaco e della Giunta, registratesi in questi cinque mesi non corrispondono affatto, nella sostanza, a quanto noi consiglieri abbiamo deliberato per la Csp. Qualora la maggioranza avesse assunto una linea politica diversa rispetto al futuro della municipalizzata – ha quindi concluso Attig – dovrebbe tornare in Consiglio Comunale, revocare la delibera 78 e presentare una nuova delibera in cui sia rappresentato il nuovo indirizzo per la Csp. Altrimenti, non si potrebbe che portare a compimento quanto previsto nella stessa delibera 78. Di ogni altro comportamento che non rispettasse gli indirizzi espressi dal Consiglio Comunale, sarà il Sindaco stesso ad assumersene piena responsabilità. Auspico che il Sindaco voglia rispondere subito, altrimenti comunque su questi ed altri aspetti presenterò una interrogazione”.
Interrogazione che quindi sarà presentata, considerata la mancata risposta del Sindaco al Consiglio.