‘Una zona tranquilla trasformata durante la zona rossa in luogo di aggregazione …. ‘
Il racconto dei residenti del luogo dove è avvenuto l'accoltellamento del 19enne di Fiumicino
FIUMICINO – In quel posto prima non ci andava nessuno ma ora in queste ultime due settimane di zona rossa è diventato sempre più frequentato da giovani che si riunivano a giocare a pallone, ascoltare musica e aggregarsi senza mascherina. A parlare sono i cittadini che abitano nei pressi del luogo dove è avvenuto l’accoltellamento del 19enne. «Passeggio spesso qui perché ci abito, – ha raccontato Gianni un residente – ma tutti questi ragazzi non li avevo mai visti prima. Spesso mangiano e bevono, abbandonando a terra i loro rifiuti. Ma quello che non mi andava giù è che non indossano nemmeno la mascherina. Tutto questo è inaccettabile. Per questo motivo ho segnalato la cosa alle autorità locali, ma quel giorno, appena hanno visto passare una pattuglia della Polizia Locale, i ragazzi si sono dileguati in un secondo, per poi tornare a fare quello che stavano facendo come se niente fosse».
Stando a quanto dicono i cittadini, con le limitazioni imposte dalla zona rossa, con la chiusura dei parchi pubblici e delle scuole, questi ragazzi avrebbero “scoperto” questo nuovo punto di aggregazione. Un luogo tranquillo, poco trafficato e ben nascosto dove potersi incontrare con gli amici indisturbati e non curanti delle limitazioni imposte dal Covid. Non si può per certo affermare che quei giovani siano gli stessi che hanno organizzato la violenta rissa di ieri, ma ai residenti è sorto il dubbio che ci possa essere qualche collegamento: «Dove sono i controlli? – ha affermato Fernanda, un’altra residente -. Non si può uscire di casa e qui ogni pomeriggio c’è tutto questo baccano. L’altro giorno ci siamo spaventati perché tutta questa violenza qui non si è mai vista».
«I genitori dove sono? – le fa eco la signora Anna, un’altra abitante del quartiere -. E’ l’educazione di base che manca». Il dubbio su cosa stia succedendo ai nostri ragazzi rimane. Certo è che, episodi del genere ci sono sempre stati, seppur in contesti diversi, ma la pandemia da Covid a stravolto tutto e anche il “fare a botte” si è adattato ai cambiamenti in corso. Che sia la mancanza di punti di aggregazione o di riferimento ad alimentare tutto questo, resta inaccettabile che un punto qualsiasi della città, anche il più tranquillo, possa trasformarsi in un campo di battaglia o in un luogo dove non vige nessuna regola.