Distretto Ladispoli – Cerveteri, Cordeschi: ‘Cerveteri individui le figure specifiche per l’ufficio di piano’
LADISPOLI/CERVETERI – “Il Comune di Cerveteri spero accoglierà la richiesta che abbiamo avanzato ieri individuando delle figure specifiche per l’ufficio di piano”. Le tensioni sul distretto socio sanitario o meglio sul funzionamento della macchina burocratica non si fermano. A tornare sull’argomento è ancora l’assessore ai servizi sociali di Ladispoli, Lucia Cordeschi, dopo le affermazioni del consigliere di maggioranza e presidente della commissione servizi sociali di Cerveteri, Alessandro Gnazi che ha stigmatizzato l’accusa del comune di Ladispoli rivolta al comune etrusco. “Allora Cerveteri da luglio – ha detto Gnazi a “Cambia il Mondo” – dovrebbe mettersi sulla riva del fiume e sparare sul comune di Ladispoli diventato capofila. I comuni non possono fare questi ragionamenti e non lo possono fare su argomenti così delicati”. “Le mie rimostranze – ha replicato Cordeschi – non sono da annoverare a questo ufficio di piano e agli ultimi due anni ma sono 10 anni se non di più che è stata data poca importanza all’ufficio di piano. Certo, negli ultimi 2 anni – ha incalzato Cordeschi – si è arrivati al disastro”. E l’Assessore ladispolano punta i riflettori sulla richiesta avanzata proprio venerdì al comune capofila: quella cioè di “individuare personale specifico per l’ufficio di piano, proprio come richiesto dalla Regione, che dovrà formare una squadra in grado di gestire i finanziamenti che arrivano dalla Regione”. Ma per l’assessore Cordeschi questo non basta. Prossimi passi da compiere: trovare una linea guida per l’unificazione dei servizi dei due Comuni appartenenti al distretto così da dare la possibilità ai residenti delle due città di poter usufruire degli stessi servizi e nella stessa quantità. Nel frattempo è in programma proprio per la giornata di lunedì un incontro tra il distretto socio sanitario, a cui dovrebbero prendere parte anche i sindaci Grando e Pascucci con la Rete sociale formata dalle associazioni di volontariato dei due comuni che già da tempo avevano puntato i riflettori sulla lentezza burocratica del distretto e sulla mancata attivazione di determinati servizi indispensabili per famiglie con problematiche specifiche, come la disabilità.