Gli effetti disastrosi per il Pincio del fallimento di Civitavecchia Infrastrutture Patrimonio comunale svenduto all’asta e per Csp in arrivo una ingiunzione da 1,5 milioni
Persi autoparco, ecocentro e sede di via Leopoli. Il curatore fallimentare vuole ora dalla municipalizzata i canoni non pagati
CIVITAVECCHIA – Svenduti all’asta beni del patrimonio comunale, dall’autoparco con la caserma della Polizia locale, all’ecocentro, fino al cantiere dell’igiene urbana di Csp a via Leopoli. E come se non bastasse ora rischia grosso anche la stessa Csp, visto che il curatore fallimentare ha chiesto nei confronti della municipalizzata un decreto ingiuntivo da circa un milione e mezzo di euro.
Il disastro di Civitavecchia Infrastrutture è servito. Per un debito di 50.000 euro si è innescato un meccanismo infernale che come in un domino sta provocando danni enormi al Comune e alle sue partecipate.
Dopo 4 aste andate deserte, nei giorni scorsi è avvenuta l’aggiudicazione provvisoria dell’ecocentro e dell’immobile di via Leopoli. E in precedenza, a dicembre 2020, era stato aggiudicato anche l’autoparco comunale.
Come detto, il prossimo macigno si sta per abbattere su Csp, debitrice nei confronti del fallimento di Civitavecchia Infrastrutture per circa un milione e mezzo di euro derivanti dal mancato pagamento dei canoni per l’affitto dei predetti beni, fino alla dichiarazione di fallimento.
Il decreto ingiuntivo dal punto di vista finanziario potrebbe far saltare la società del Comune, dopo che questa – non avendo portato a termine la ricapitalizzazione nei tempi e nei modi previsti dalla Delibera 78 del Consiglio Comunale, non ha ottenuto dalle banche il prestito da 2 milioni di euro, ossia la liquidità prevista nel piano di ristrutturazione aziendale, ormai completamente da rivedere.