Piccata replica dell'Amministrazione al servizio di ieri sull'affidamento di 190.000 euro per le manutenzioni del verde pubblico: "Fuorviante e inveritiero" Imprese locali tagliate fuori, Pincio ”verde” di rabbia
Ma gli atti smentiscono il Comune: selezionate 3 ditte di Roma, una di Pomezia e una di Fiumicino da un elenco del Mepa in cui sono presenti anche società di Civitavecchia.
CIVITAVECCHIA – Della serie, quando la toppa è peggio del buco. A Palazzo del Pincio è risultato indigesto il nostro servizio di ieri sulle imprese locali tagliate fuori dalla possibilità di partecipare all’affidamento diretto per i 190.000 euro di manutenzioni del verde pubblico cittadino, in attesa della definizione della maxi gara da 2,2 milioni per 3 anni.
Ieri sera, in una replica affidata all’ufficio stampa (si fa così quando non ci sono applausi o elogi da incassare, ma bisogna giustificarsi di fronte all’opinione pubblica, spesso arrampicandosi sugli specchi, ndr) anziché dare una motivazione del perché non sia stata selezionata neppure una impresa locale, si preferisce svicolare affermando che «È errato, fuorviante e del tutto inveritiero quanto comparso sulla stampa in ordine a un presunto affidamento diretto del servizio di cura e manutenzione del verde pubblico a Civitavecchia. In realtà risulta essere stata espletata una regolare procedura negoziata attraverso dialogo competitivo attraverso il Mercato della Pubblica Amministrazione (Mepa). Tale servizio è rapportato al periodo occorrente all’espletamento delle procedure di selezione per il gestore nel triennio giugno 2021-maggio 2024, procedure già avviate dal Servizio Ambiente e che si stima si concludano entro il primo semestre del 2021. Alla procedura per l’affidamento triennale potranno partecipare tutte le aziende interessate».
Nel servizio di ieri si diceva esattamente questo: che si è fatto ricorso al Mepa, invitando 5 ditte selezionate sulla piattaforma del mercato elettronico, evitando di farne partecipare anche solo una di Civitavecchia, essendo le imprese invitate di Roma (3), Fiumicino e Pomezia. Tutto l’articolo ruotava attorno a questa domanda, rimasta senza risposta anche nella replica del Pincio: perché, soprattutto l’amministrazione Tedesco del grido leghista “prima i civitavecchiesi” ha finito invece per escludere del tutto dalla semplice partecipazione proprio le imprese locali? Dare un indirizzo di coinvolgere le imprese locali, che risultino iscritte negli appositi elenchi e in possesso dei requisiti previsti, invitandole a parità delle altre imprese, non significa assumere “atteggiamenti che possano in ipotesi sfociare in interferenze rispetto alle procedure che mettono in atto gli uffici nell’interesse del buon andamento della pubblica amministrazione” come recita la nota del Pincio, che poi aggiunge: «Relativamente alla categoria ed al servizio oggetto dell’affidamento, le aziende locali hanno avuto nell’anno solare precedenti incarichi, circostanza che dimostra l’attenzione, laddove possibile e nel rispetto delle norme che regolano le procedure di selezione, verso l’imprenditoria del territorio».
Nell’anno solare 2020 quel servizio era ancora affidato alla Csp. A quali precedenti incarichi fa riferimento il comunicato? Forse all’affidamento del servizio di sfalcio in zona industriale, oggetto addirittura di uno scambio di diffide tra il Pincio ed il vertice di Csp? In quel caso evidentemente non c’è stato alcun atteggiamento che “in ipotesi” sia potuto sfociare in interferenze rispetto alle scelte degli uffici, che scelsero direttamente l’impresa (con requisiti in termini di dotazioni di uomini, mezzi e autorizzazioni regionali per la manutenzione del verde tutti da verificare) a cui affidare circa 78mila euro di lavori.
La domanda è perché se per lo sfalcio si poté chiamare una ditta locale, stavolta invece sul Mepa, dove pure sono iscritte diverse aziende civitavecchiesi, non ne sia stata chiamata nemmeno una a presentare la propria offerta. Su questo, il Pincio continua a non rispondere.