Diritto di cronaca negato ai giornali rompiscatole. Anche per i problemi del PalaGalli secondo la NC è colpa della stampa Chi fa il padrone con i soldi dell’Enel
CIVITAVECCHIA – La Nc Civitavecchia, che ci tiene a farsi appellare ancora come la sua gloriosa dante causa “Snc” – pur avendone perso il blasone e il nome nei “passaggi” degli anni scorsi, che hanno portato anche all’iscrizione presso la Fin di una matricola con il nome appunto di “NC Civitavecchia” – stavolta ha toccato il fondo. Non della vasca del Palagalli, di cui torneremo ad occuparci nei prossimi giorni, ma della decenza.
Con chi da diversi lustri ha svolto e svolge tutti i ruoli possibili in una associazione sportiva, che evidentemente ormai pensa di essere il padrone assoluto di un impianto sportivo che fino a prova contraria è pubblico, di una società sportiva che ogni anno riceve fior di sponsorizzazioni non certo (purtroppo, ormai da anni) per i risultati agonistici, ma per la sua storia, per il fatto di essere un patrimonio della città di Civitavecchia e per il relativo intervento del Comune su Enel.
Da anni poco o niente di sociale, né di particolarmente meritorio sul piano dei risultati sportivi. Soprattutto liti interne e notizie di debiti accumulati, proprio con la stessa Enel, per energia elettrica non pagata, pare per oltre mezzo milione di euro.
A fronte di tutto questo, l’uomo solo al comando non trova di meglio che cercare di addossare ai giornali locali (!) la colpa del ritardo della riapertura del PalaGalli, inibendo per “punizione” la possibilità per i giornalisti di seguire le partite interne, nonostante la stessa Fin abbia messo in guardia il club sulla scorrettezza di tale comportamento e sull’inconsistenza della scusa scelta per non fare entrare la stampa: i rischi derivanti dal Covid, in un impianto capace di accogliere oltre 1000 spettatori, per la presenza di ben cinque – dicasi cinque – cronisti nelle tribune vuote, con la possibilità di mettersi non a due, ma a 50 metri l’uno dall’altro. Alla faccia del diritto di cronaca e di ogni operazione “simpatia” nei confronti della pallanuoto, che ormai da troppo tempo non è più “Lo” sport per eccellenza di Civitavecchia, in grado di competere con il calcio nella capacità di richiamare tifosi e sostenitori, ma un modo per qualcuno di sbarcare il lunario, gettando alle ortiche 70 anni di storia nell’indifferenza più totale di una città ormai talmente apatica che chiunque può fare qualsiasi cosa senza suscitare più la minima reazione.