FIUMICINO - «Avremmo voluto fare questo Consiglio comunale in sede, ma l’azienda Opel ci ha negato questa possibilità. Vogliamo esprimere la nostra piena solidarietà ai 62 lavoratori ed alle loro famiglie, anche se siamo consapevoli che la solidarietà non potrà sopperire alla perdita dei posti di lavoro». Lo afferma Alessandra Vona, presidente del Consiglio, in apertura dell’incontro che si è tenuto nel pomeriggio di ieri, 18 ottobre 2019, a seguito della decisione di chiudere definitivamente il magazzino di Fiumicino, con il conseguente licenziamento dei 62 lavoratori. Una notizia che gli operai si sono visti recapitare da un momento all’altro, senza preavviso. Si sono, quindi, rivolti all’Amministrazione, nella speranza che il dialogo tra Istituzioni e Azienda, potesse portare ad un ripensamento. Purtroppo, nonostante il caso sia stato sottoposto anche all’attenzione della Regione, attraverso l’impegno dell’assessore Claudio Di Berardino, dei consiglieri Michela Califano ed Emiliano Minnucci, della presidente Commissione lavoro Eleonora Mattia e del senatore William De Vecchis; presenti in Consiglio, «le Istituzioni non possono avere potere decisionale sulle politiche lavorative che riguardano un’azienda privata». Sebbene il destino dei lavoratori sia ormai ben delineato; nonostante “un difetto di procedura nell’applicazione dei licenziamenti», per il quale sembrava che l’azienda avesse ritirato la decisione poi smentita dopo qualche ora, con l’invio delle nuove lettere di licenziamento; l’intenzione delle Istituzioni locali e regionali è quella di “non spegnere i riflettori sulla vicenda” e di lavorare affinchè si costituisca «un tavolo permanente» che possa monitorare «lo stato di salute» di tutte le aziende nel Lazio e controllare che tutti i lavoratori siano tutelati. Una “mozione“, quindi, che è stata accolta e sottoscritta all’unanimità da tutti gli esponenti dell’Amministrazione, i quali, in questo caso, hanno dichiarato all’unisono l’intento di «tutelare il lavoro e la dignità della persona, al di là dei colori politici» e per fare in modo che «non avvengano altre vicende Opel, Alitalia ed altre crisi che si stanno prospettando e che porteranno il territorio verso un’ emergenza sociale». «Non è la prima volta, purtroppo, che assistiamo ad una crisi aziendale. Basti pensare al caso Alitalia e ai 30 mila lavoratori che hanno perso il proprio posto di lavoro». Commenta Anna Maria Anselmi, «ora il focus si sposta verso altre situazioni ed emergenze che si stanno delineando. Colpisce, però, che a chiudere è un’azienda con un fatturato di circa un milione di euro al giorno. Una chiusura non imputabile ad improduttività. Si è paventata subito la posizione dura e scorretta della Opel, e della modalità di licenziamento viziata. La multinazionale ci ha fatto capire che non tonerà sui suoi passi. Come Istituzione – conclude l’assessore – ci impegneremo a portare la vicenda al Ministro, cercando insieme agli operai, le strategie più opportune». «Assistiamo ad una situazione che ho visto raramente. Abbiamo provato a ragionare con l’azienda mostrando, da parte della Regione, tutto l’interesse a trovare delle soluzioni alternative al licenziamento». Spiega Claudio Di Berardino, assessore regionale. «L’azienda, però, prima ha ritirato il procedimento perchè viziato, poi, quando sembrava ci fosse un momento di apertura, la stessa ha consegnato, per la seconda volta, le lettere di licenziamento. E’ stato un modo di fare che va oltre il comportamento etico. Io non voglio considerare chiusa la vicenda. L’azienda andrà sollecitata per individuare un partner a cui affidare il magazzino, consentendo così il riassorbimento occupazionale dei lavoratori che hanno perso il lavoro. E’ così che avviene negli altri processi di crisi industriale». Inoltre, l’assessore anticipa che «stiamo provando a dialogare con le associazioni datoriali, per assumere le persone che hanno perso il lavoro». Una procedura «difficile», spiega Di Berardino, ma che potrebbe rappresentare l’occasione per il reintegro nel mondo lavorativo. Il tutto avverrebbe con la garanzia di una formazione seguita dalla Regione. Infatti, attraverso l’aggiornamento professionale, è possibile l’acquisizione di «nuove competenze» a favore di quei lavoratori che, dopo aver trascorso tanti anni in un settore, non hanno avuto modo di perfezionarsi su altre abilità. Infine, l’esponente regionale annuncia che «oltre a richiamare Opel a trovare un soggetto terzo, chiederemo una copertura economica che vada oltre i dodici mesi». E conclude: «Questo aiuterebbe tutti nel processo messo in atto sulla ricerca delle soluzioni».