di SONIA BERTINO



LADISPOLI - Nuove ‘‘grane’’ all’orizzonte per i ladispolani. Mentre in questi giorni in centinaia sono impegnati con il pagamento delle multe relative al 2017 arrivate come un fulmine a ciel sereno, ora dal palazzetto comuale sono pronti a una nuova ‘‘stangata’’. Si accendono i riflettori sulla Tari e sull’Imu del 2015. 

Secondo i dati in possesso dagli uffici del Comune sono, nelle casse mancherebbero circa 700 mila euro. Dati come sempre riferiti o alla totale evasione da parte dei residenti o a dati non corretti forniti agli uffici dell’anagrafe all’atto della registrazione nel database del Comune che hanno portato a pagare meno negli anni passati. 

Già lo scorso anno dagli accertamenti effettuati e dai bollettini inviati, prima da parte del Comune e successivamente tramite agenzia delle entrate, i proventi incamerati da palazzo Falcone sono stati di circa 1,5 milione di euro. Tanto che con l’approvazione delle nuove tariffe per la Tari, l’assessore al Bilancio Claudio Aronica aveva preannunciato uno sconto in bolletta, fino all’8% circa per diversi utenti e degli aumenti invece per chi fino allo scorso anno, a causa di calcoli errati elaborati sui dati in possesso dell’anagrafica del Comune, aveva pagato meno di quanto avrebbe dovuto. 

E sebbene oggi gli accertamenti riguardano principalmente il pagamento della tassa sui rifiuti e dell’Imu sulla seconda casa, dal Comune non si esclude un nuovo monitoraggio sui passi carrabili. In città ce ne sono veramente tanti. Da capire quali siano quelli reali e quali invece sono stati apposti dai residenti senza le dovute autorizzazioni e senza il rispettivo pagamento della tassa. Controllo annunciato nei mesi scorsi già dall’assessore alla Mobilità e Sicurezza Amelia Mollica Graziano e dall’assessore ai Lavori Pubblici Veronica De Santis e che si sarebbe potuto effettuare solo dopo aver affidato a una ditta specializzata l’elaborazione dei dati necessari per poter verificare il tutto. La ditta che si sarebbe aggiudicata il bando avrebbe cioè dovuto raccogliere i dati relativi alla presenza dei passi carrabili in città e andarli ad incrociare con quelli già in possesso degli altri uffici per andare a scovare i furbetti. A quanto pare però tutto sarebbe andato in ‘‘fumo’’: nessuna delle ditte che aveva risposto all’annuncio aveva tutti i requisiti richiesti. Ora da palazzo Falcone si sta pensando di rilanciare nuovamente la gara nella speranza di andare a individuare una nuova società che possa rispondere alle sue esigenze.