LADISPOLI – “In riferimento al servizio SAISD che fino al mese di giugno 2019 è stato svolto cos come programmato, siamo spiacenti di comunicare che non è possibile mantenere l'attuale livello di distribuzione delle ore di assistenza per i successivi mesi dell'anno in corso”. Inizia così la lettera inviata dagli amministratori di palazzo Falcone alle cooperative che si occupano di assistenza di disabili. E tanto è bastato per scatenera la bufera. Nella lettera, infatti, il comune spiega che in base alle “attuali disponibilità di bilancio, e nell'ottica di garantire il minimo del servizio anche ad altri utenti disabili, attualmente in lista di attesa, le ore di assistenza saranno ridotte da luglio a dicembre 2019”. Sul piede di guerra anche le associazioni, come Piccolo Fiore Onlus. «Siamo indignati per la superficialità di tale comunicazione – ha tuonato il presidente della onlus Pamela Iacchetti – di nuovo sui social e senza nemmeno nessuna convocazione ai diretti interessati. Siamo stati sempre propositivi e collaborativi. La ritengo una mancanza di rispetto rivolta a tutte le famiglie. I nostri figli sono proprio diversi. Eppure vi abbiamo visto partecipi ed entusiasti su tutto quello che le associazioni stanno svolgendo nel nostro territorio».



Da palazzo Falcone però tengono a sottolineare come quella in atto non è un taglio al sociale, ma una rimodulazione delle ore assegnate a ogni singolo disabile in base alle necessità. Dal censimento effettuato dagli uffici ai Servizi sociali era emersa infatti, come spiegato dallo stesso assessore Cordeschi, una anomalia. Alcuni utenti potevano contare su più “progetti” messi a disposizione del comune e quindi su un monte ore superiore ad altri. Alla luce di quanto emerso, gli uffici «sono intervenuti con una rimodulazione dei servizi – ha spiegato il sindaco Alessandro Grando – equiparando chi aveva più ore a chi ne aveva di meno. Paradossalmente in alcuni casi si trattava di persone affette dalla stessa patologia». Con la rimodulazione delle ore, dunque, da palazzo Falcone si è provveduto a offrire assistenza anche a chi dal 2014 è in lista d'attesa. E il primo cittadino ribadisce alcuni numeri «per chi ha compreso la gravità della situazione: il nostro comune rispetto allo scorso anno, deve obbligatoriamente accantonare 712mila euro in più per il fondo di crediti di dubbia esigibilità. La Regione Lazio ha ridotto la percentuale di compartecipazione alle spese per le residenze sanitarie assistite, dall'80% al 50% con relativo aggravio di costi per il nostro comune di oltre 230mila euro all'anno. Il comune – ha detto ancora Grando – restituisce ogni anno allo Stato 4milioni di euro per il fondo di solidarietà comunale». E ad intervenire sulla vicenda è anche l'assessore alle Politiche sociali Lucia Cordeschi. «L'impegno e la disponibilità dimostrata in questi due anni dal mio assessorato e dall'amministrazione è sotto gli occhi di tutti. Non ci siamo mai sottratti al confronto e abbiamo sempre cercato di assecondare le richieste dei cittadini, delle cooperative e delle associazioni. Non a caso sono stati messi a disposizione un terreno nel quartiere Cerreto, un locale a Marina di San Nicola e il centro di aggregazione giovanile, proprio per cercare di dare una risposta – ha proseguito Cordeschi – ai bisogni della città. Il nostro lavoro non terminerà certamente qui, anzi, proseguirà con lo stesso impegno e la stessa disponibilità che abbiamo dimostrato in questi primi due anni di amministrazione. Lasciate fuori la politica dai servizi sociali».



Intanto ad intervenire sulla vicenda, chiedendo la costituzione del consorzio del distretto socio sanitario, è anche il Movimento 5 Stelle. Per i grillini la crisi è stata causata «dai tagli di Zingaretti, dall'incapacità del distretto di usare anche gli scarsi fondi regionali, dall'aumento della popolazione in difficoltà sul nostro territorio, dall'evasione ed elusione fiscale che svuota le casse comunali, la cronica incapacità di accedere a fondi e bandi europei. Il tutto – hanno proseguito i grillini – dalla inadeguatezza e insipienza dei nostri amministratori locali». Un problema, dunque, che prima o poi si sarebbe presentato ma che a Ladispoli, per i grillini, ha subito una accelerazione «quando la giunta uscente, il Pd di Paliotta e Pierini, nel 2017, in prossimità delle elezioni amministrative, azzerò il bilancio sul sociale, tagliando di circa un milione di euro i fondi, promettendo di ripristinare le somme una volta vinte le elezioni. Il resto è storia recente – hanno proseguito – con l'amministrazione attuale che ha rincorso le emergenze, prima rinegoziando tutti i mutui del comune con Cassa Depositi e Prestiti per poter rimediare poco più di 500 mila euro nel bilancio 2017, operazione finanziaria che ai cittadini di Ladispoli costerà fino al 2038 svariati milioni di euro, poi seguendo la facile via dei tagli». E per il Movimento 5 Stelle la soluzione a un problema di tale portata potrebbe essere rappresentata dalla costituzione di «un consorzio che gestisca in autonomia il distretto socio sanitario, così come previsto dalla legge regionale n.11 del 2016 e dal Piano sociale regionale. Un organismo che prenda in carico i servizi sociali dei comuni di Ladispoli e Cerveteri, l'attuale distretto socio sanitario, i servizi offerti dalla Asl locale. In questo modo – hanno proseguito ancora i grillini – avremo un organismo unico a gestire i tanti servizi erogati da strutture diverse sul territorio, che ottimizzi le risorse economiche e realizzi un piano di vita per ogni singola persona che necessita di assistenza». Consorzio che «sarebbe autonomo rispetto ai due comuni e alla Asl – ha sottolineato il capogruppo pentastellato Antonio Pizzuti Piccoli – e potrebbe mettere in pratica azioni di reperimento fondi (bandi europei, convenzioni, …) che oggi i vari enti separatamente non sono in grado di fare, aumentando le risorse a disposizione sul territorio». E a tal proposito nei prossimi giorni il gruppo consiliare proporrà in Commissione, la costituzione di un tavolo di lavoro «aperto a tutte le forze politiche del territorio a tutte le associazioni del settore, alle forze sindacali, perché questo percorso sia condiviso con tutti e si possa accelerare il processo di costituzione del consorzio di gestione del distretto socio sanitario. Così Ladispoli – ha concluso Pizzuti Piccoli – potrà finalmente dare dignità a chi ha bisogno senza lasciare indietro nessuno»