Nuove tecnologie e progetti per il riciclo degli imballaggi in plastica: la sfida dell’economia circolare e degli obiettivi di sostenibilità passa anche per la ricerca e l’innovazione. Il tema è stato al centro delle Giornate della Ricerca promosse da Corepla in collaborazione con la Scuola Superiore Sant’Anna. «Ci preme portare il confronto sul piano tecnologico superando dogmi ideologici, altrimenti le discussioni possono portare a soluzioni errate», sottolinea Antonello Ciotti, presidente di Corepla

Nuovi spunti all’innovazione in rapporto alle materie plastiche e agli imballaggi in plastica riciclati sono emersi dall’approfondimento di temi vitali come il trasporto dell’acqua, la salute, l’igiene e la sicurezza, l’energia e il cibo.

Una continua ricerca di soluzioni alternative, da affiancare al riciclo tradizionale degli imballaggi in plastica, che possano garantire risposte ad una sempre crescente raccolta differenziata. Nel 2018, in Italia, si registra un +13,6% di raccolta differenziata degli imballaggi in plastica rispetto al 2017, con un pro capite medio annuo nazionale di 20kg/anno/abitante contro i 18 kg del 2017, per un totale di 1.200.000 t raccolte. 

«Le Giornate della Ricerca - spiega Ciotti - sono il nuovo laboratorio collettivo di imprese, istituzioni, università. Corepla catalizzatore di saperi diversi per progettare nuove possibilità/identità degli imballaggi in plastica attraverso il riciclo e il loro utilizzo in numerosi settori anche ad alto valore aggiunto. Noi facciamo squadra per un Paese più sostenibile. Ma per un’Italia che innova e in veloce trasformazione verso un’economia circolare, occorrono interventi imprenditoriali e pubblici: servono nuovi impianti per far fronte all’aumento della raccolta differenziata e serve che le Amministrazioni Pubbliche impongano l’utilizzo di materiale riciclato nei loro acquisti».

«La Scuola Superiore Sant’Anna - aggiunge Sabina Nuti, Rettrice della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa - è fortemente impegnata da molto tempo sulle tematiche della sostenibilità con attività di ricerca, di formazione e di public engagement che, come ha mostrato anche questa iniziativa, sono fondamentali per far crescere la consapevolezza e la partecipazione a sfide collettive di primaria importanza».

«L’industria chimica europea - aggiunge Daniele Ferrari, presidente Cefic - è in prima linea per realizzare nuovi modelli di business circolari e low-carbon. Questa transizione richiede importanti investimenti, la collaborazione di tutta la filiera, oltre che un forte sostegno delle istituzioni. E fondamentale il coinvolgimento di tutti: non esiste economia circolare senza una buona gestione dei rifiuti che inizia dalla consapevolezza di ciascuno di noi».