FIUMICINO - «Si parla di autismo un giorno all’anno, in occasione della giornata mondiale che ricorre ogni 2 aprile. Tutto bello, come i palloncini blu che vengono usati come simbolo per ricordare l’esistenza di questa sindrome che colpisce tantissimi bambini al mondo. Ma poi, oltre il 2 aprile, spesso famiglie e ragazzi vengono lasciati soli nelle loro difficoltà quotidiane». Apre cosi l’incontro, che si è tenuto ieri a Parco Leonardo, Marco Damiani, presidente dell’associazione “Noi onlus” che si attiva in progetti, supporto ed iniziative per migliorare l’inclusione e la qualità di vita dei bambini con la sindrome dello spettro autistico e le loro famiglie. 

Un appuntamento tra associazioni, con capofila la neonata organizzazione di quartiere “La forza delle Idee”, che per il suo primo evento ufficiale ha scelto di dedicarsi a questo tema, insieme a professionisti, volontari, insegnanti e genitori che si sono ritrovati per discutere – non in termini tecnici, ma umani -, progettando un lavoro di squadra che possa, oltre a sensibilizzare sul tema, intervenire in maniera attiva creando una rete di relazioni a supporto dei bambini e dei loro genitori. «Unire le forze di tutti, per supportare chi si trova nella situazione di accudire questi bambini speciali; affrontando ogni giorno delle difficoltà, in primis il vuoto lasciato dalle istituzioni, la carenza o, spesso la mancanza, di progetti e strutture specifiche. Bisogna unirsi e creare team perché l’autismo ha bisogno di questo: unire più  competenze ed energie è lo spirito giusto per sensibilizzare e non lasciar ‘morire’ questo tema, relegandolo al 2 aprile». Un pensiero, quello di Damiani, condiviso anche dalle altre associazioni presenti all’evento: «Non c’è un ‘manuale di istruzioni’: tutto parte dal cuore», dice Luciano Rondinella, ex pugile, proprietario della palestra ‘Traiano boxe’ che, insieme a sua figlia Valentina (della quale ne è la presidente) si dedica quotidianamente, da diversi anni, ad insegnare la boxe ai bambini disabili, facendo diventare lo sport la chiave per andare oltre ogni difficoltà contingente e realizzando grandi risultati anche dal punto di vista empatico e sociale. «La boxe è uno sport molto difficile, richiede tanto impegno e tanta energia, oltre a tanta intelligenza che serve nel mettere in pratica le giuste strategie. 

Questi bambini hanno una grande intelligenza, che però va stimolata, ‘cercata’ per farla emergere. Io non sono molto bravo con le parole, io sono un pugile: agisco direttamente con loro e quando ottengo dei risultati è una gioia», conclude Rondinella che, durante il suo intervento abbracciava gli allievi sempre vicini a lui. Non solo lo sport ma anche la natura e la sua fruibilità, la sua scoperta attraverso programmi studiati ad hoc: è questo uno degli obiettivi di Riccardo Di Giuseppe, zoologo e naturalista, che si occupa di didattica ambientale, ricerca e divulgazione scientifica per l’oasi Wwf di Macchiagrande e fondatore dell’associazione ‘Programma Natura’.  «Con la mia associazione, per oltre dieci anni, ho gestito le oasi del Wwf del litorale romano. E’ un’area straordinaria che si trova tra Maccarese e Fregene. Insieme ad un team di vari professionisti si è lavorato per rendere l’area fruibile a tutti, soprattutto alle persone svantaggiate socialmente, ai disabili ed ai bambini speciali autistici – sottolinea il naturalista -. Ci siamo messi in contatto con una cooperativa che, una volta a settimana, portava i bambini autistici da noi, inizialmente con i genitori e gli operatori e cominciando da piccole esperienze sensoriali, fino a dedicarsi agli animali, portando loro da mangiare autonomamente». «Nel tempo, i piccoli, hanno imparato anche a far squadra fra di loro riuscendo ad esprimere le loro emozioni ed il loro carattere», prosegue Di Giuseppe, che conclude: «Per programmare e progettare – anche per quanto riguarda lo spettro autistico – bisogna imparare a conoscere: se conosci puoi tutelare e progettare qualsiasi cosa». Gli interventi sono continuati con le testimonianze di insegnanti e genitori, fra cui Maria Rossi, terapista per disabili e madre di un bimbo autistico: «Nella mia esperienza posso dire che sono bambini tutti diversi e bisogna lavorare proprio sulle loro caratteristiche per far emergere tutte le loro potenzialità. Li dove ci sono delle difficoltà, agire per cercare di agevolare al meglio la loro inclusione e rendere più semplice il loro percorso e le loro esperienze di vita». Esperienze di vita ed  emozioni che sono state anche raccontate dal cinema, come ricorda Marco Sani, medico legale che interviene in veste di presidente dell’associazione “Fregene per Fellini” e quindi porta la sua esperienza cinefila sul tema autismo-grande schermo. Ed è durante i suoi discorsi che emerge il grande contributo e valore divulgativo che hanno dato i film aventi per protagonisti bambini e adulti con la sindrome dello spettro autistico. Per esempio: “Rain Man” (L’uomo della pioggia); un film uscito nel 1988 che ha conquistato il premio “Orso d’oro” e quattro premi oscar. 

La pellicola, che vede protagonisti attori del calibro di Tom Cruise e Dustin Hoffman, racconta la complessità della patologia autistica dove il confine tra “normalità” e non, appare sfumato. Due ore di interventi, testimonianze e partecipazione umana che hanno gettato le basi per creare coesione e sinergia tra i presenti e chiunque vorrà dare il suo contributo; affinché di autismo se ne parli sempre e si agisca con iniziative di supporto e di inclusione continua e sotto ogni punto di vista.