CIVITAVECCHIA - Venti persone denunciate per falso e riciclaggio di auto, circa 150 veicoli sospetti, trenta mezzi rubati e riconsegnati ai legittimi proprietari ed un volume d'affari di circa un milione e mezzo di euro. È quanto ha scoperto la Polizia di frontiera, nel corso di una capillare indagine investigative condotta in queste ultime settimane che ha portato alla luce un ingente riciclaggio di autovetture su tutto il territorio nazionale. Tanto che all'operazione, denominata "Transformer" e portata avanti dal personale diretto dalla dottoressa Lorenza Ripamonti, hanno collaborato anche gli uomini della squadra mobile della Questura di Latina e dei compartimenti della Polizia stradale di Roma, Reggio Calabria e Bolzano. 



A dare il via all'operazione è stato un controllo di routine all'imbarco per Barcellona dove un cittadino italiano residente a Latina, già noto alle forze dell'ordine per precedenti legati a traffici di auto rubate, ha cercato di passare i controlli a bordo di una Smart con targa provvisoria. Da un'accurata ispezione dell'auto è stato riscontrato che il numero di telaio era stato contraffatto. Passo dopo passo, attraverso l'esame dei tabulati telefonici dell'utenza dell'indagato, è stata costruita la rete dei suoi contatti giungendo così a scoprire una vera e propria organizzazione che acquistava in Germania vetture incidentate e da rottamare per venire in possesso dei loro documenti da abbinare ad auto dello stesso tipo rubate in Italia. 



Queste ultime, una volta immatricolate regolarmente, eranoi pronte per essere immesse nel mercato italiano grazie ad una documentazione autentica ed originale. Nel corso di decine di perquisizioni effettuate in tutto il territorio nazionale su mandato della Procura di Civitavecchia, con l'indagine coordinata dal magistrato Allegra Migliorini, è stato rinvenuto materiale che ha permesso di individuare tutti i soggetti implicati ed il numero di auto sospette, nonché un sofisticato macchinario capace di cancelare le memorie dei computer di bordo dei mezzi e la strumentazione idonea per la manomissione dei telai. 



I trenta mezzi di cui è stata accertata l'origine furtiva, dopo essere stati sottoposti a sequestro giudiziario, sono stati restituiti ai legittimi proprietari. A seguito dell'attività investigativa svolta, inoltre, sono stati avviati autonomi procedimenti penali da parte delle Procure di latina, Roma e Reggio Calabria, miranti a sradicare tutte le ramificazioni locali del traffico.