TARQUINIA - Ha soccorso l'equipaggio di un velivolo militare che lunedì mattina si è schiantato a terra, in Madagascar. Ma il suo gesto è andato ben oltre il compito istituzionale di una giovane elicotterista pronta a tutto. È sì perché la 23enne di Tarquinia, Rachele Contestabile, ha utilizzato tutto il suo ingegno per riuscire a mettere in salvo i cinque feriti conseguiti allo schianto avvenuto ad Anadabo,un villaggio africano del del Madagascar, come riportato da Giorgio Maggioni sul telematico ''Africa ExPress''. “Tornati sul punto del recupero, avevo un macete nell’elicottero. - racconta Rachele - Ho tagliato dei rami e costruito una barella di fortuna per portare a bordo il ragazzo che non poteva muoversi”. 



Una mattina di lavoro come tante, quella di lunedì 28 gennaio intorno alle 10, in Madagascar dove Rachele vive e lavora da circa quattro mesi, con la chiamata che arriva in centrale per andare a soccorrere le persone coinvolte nell’incidente.“È partita immediatamente dall’aeroporto di Antananarivo, senza avere indicazioni precise del luogo della disgrazia. - si legge su Africa ExPress - Ha sorvolato la zona per oltre un’ora è infine ha identificato il punto esatto dell’impatto al suolo in una zona remota e impervia. E’ atterrata, ha raccolto i feriti, ha costruito barelle con rami intrecciati e ha potuto così mettere in sicurezza i più gravi che sono stati trasportarli in un ospedale della capitale. Il suo intervento li ha strappati così da morte certa.Il coraggioso intervento della ragazza è stato confermato dal console onorario italiano in Madagascar, Michele Franchi”.



“Arrivati sull’area, - ha spiegato Rachele al blog l'Extra - dopo aver cercato e cercato, ho chiesto che venisse acceso un fuoco per facilitare la ricerca. Così, una volta avvistati e atterrati, l’infermiere che era a bordo ha prestato i primi soccorsi al ferito più grave, che ha avuto un trauma alla schiena e non poteva muoversi: purtroppo non avevamo antidolorifici, quindi soffriva molto. Fortunatamente, il resto dell’equipaggio era in condizioni meno gravi. Dato che non c’era abbastanza spazio a bordo per portarli tutti, – continua Rachele – i ragazzi in condizioni meno gravi li abbiamo lasciati in un villaggio vicino: per ringraziare, ci hanno regalato due oche. Tornati sul punto del recupero avevo un macete nell’elicottero. Ho tagliato dei rami e costruito una barella di fortuna per portare a bordo il ragazzo che non poteva muoversi”.