FIUMICINO - "Più che un piano industriale di rilancio quello di Alitalia è l’ennesimo inaccettabile teatrino per licenziare altri duemila padri o madri di famiglia".



E’ l’analisi di Michela Califano, Dirigente Pd della Provincia di Roma e presidente del consiglio comunale di Fiumicino.



"Non è possibile - prosegue - che ogni due anni si utilizzi la tecnica del ‘o così o tutti a casa’. I piani industriali si fanno con scelte lungimiranti che nel medio e lungo periodo possano riportare l’azienda in attivo, non licenziando, non tagliando gli stipendi, né disinvestendo sulla formazione e sulla qualità del lavoro per poter continuamente alternare i dipendenti con contratti al limite della decenza. Così sono capaci tutti. E non serve nemmeno spendere milioni di euro per questi manager. Il Lazio, la Provincia di Roma e Fiumicino rischiano un collasso. I risvolti sociali di questo piano rischiano di far saltare il banco". 



Ad appena poco più di dodici ore dall’approvazione definitiva in cda, dunque, iniziano le polemiche. Il piano è stato presentato al Governo (che lo attendeva da oltre due mesi, dal 9 gennaio) dal vertice della compagnia al gran completo, compreso Luigi Gubitosi, neo consigliere di amministrazione e futuro presidente esecutivo: con lui l’a.d. Cramer Ball, il presidente Luca Cordero di Montezemolo e il vice presidente James Hogan. Intorno al tavolo, presieduto dai ministri dello sviluppo Carlo Calenda e dei trasporti Graziano Delrio, anche rappresentanti delle banche socie, tra cui il consigliere Gaetano Miccichè (Intesa SanPaolo). L’incontro, durato circa un’ora, ha permesso ai ministri di individuare nel piano quello che erano invece mancato nella prima presentazione del 9 gennaio, quando era stato chiesto all’azienda un piano "dettagliato e condiviso": i ministri hanno infatti considerato "un passo positivo" la presentazione del piano e "l’impegno degli azionisti a portarlo avanti". Il lavoro da fare però ora è molto, sottolineano Calenda e Delrio, indicando che "il lavoro di approfondimento inizia già dalle prossime ore nei rispettivi ambiti di competenza".



Soddisfatto l’a.d. Ball, che ha definito l’incontro "molto proficuo", e che si prepara a presentare il piano nei prossimi giorni a dipendenti e sindacati. Uno dei capitoli più caldi è quello degli esuberi, su cui si parte già da domani con un incontro tra azienda e sindacati. Mentre all’inizio della prossima settimana è previsto un incontro congiunto azienda-sindacati alla presenza dei due ministri. In attesa di vedere le carte, i sindacati sono scettici: un piano industriale "non può essere solo di tagli ed esuberi, bisogna capire quali investimenti rilanciano l’impresa", avverte Anna Maria Furlan della Cisl; un piano che "sembra fondato sulla sabbia", non di sviluppo "ma di ridimensionamento", osserva Claudio Tarlazzi della Uilt; "verificheremo se si tratta si un piano lacrime e sangue o se conterrà realmente ipotesi di sviluppo», aggiunge mentre Nino Cortorillo della Filt Cgil, chiedendo una "trattativa vera".



La cifra su cui dovrebbe partire il negoziato con i sindacati è di circa 2.000 esuberi, mentre per quanto riguarda il taglio del costo del lavoro alcune indiscrezioni parlano di un taglio del 30%. Le partite aperte su cui c’è da lavorare riguardano anche altri temi. A partire dal ‘contingent equity’, cioè il cuscinetto finanziario per tutelare il business plan da possibili eventi imprevisti: su questo ci sarebbe una partita aperta tra i soci, con Etihad che sarebbe più disponibile, mentre le banche un po’ meno. Su tutto c’è la spada di Damocle dei tempi stretti: c’è infatti il problema della liquidità della compagnia sarebbe ormai sufficiente ancora per un mese; e poi c’è da considerare l’impatto che la trattativa con i sindacati potrebbe avere in vista della stagione estiva: per questo sia azienda che soci punterebbero a chiudere la trattativa con i sindacati entro il 15 aprile (le parti si erano date tempo fino al 31 maggio per il rinnovo del contratto di lavoro), o comunque ad avere un percorso negoziale che non sia così teso da avere un impatto sulle vendite dei biglietti per l’estate.

Il piano, in buona sostanza, prevede la riduzione dei costi per 1 miliardo entro la fine del 2019, aumento dei ricavi del 30%, flotta di breve e medio raggio ridotta di 20 aerei e nuova offerta competitiva per le rotte di medio e breve raggio. Con queste "misure radicali" Alitalia punta a dare stabilità alla compagnia e a garantirne la sostenibilità di lungo termine, con l’obiettivo di un ritorno all’utile entro la fine del 2019.



Alitalia ha convocato i sindacati di categoria Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti e Ugl Ta per oggi alle 12.30 a Fiumicino per presentare, appunto, il piano industriale della compagnia.