CIVITAVECCHIA - Non passa la mozione del capogruppo della Svolta Massimiliano Grasso che chiedeva la rimozione dall'incarico di liquidatore di Carlo Augusto Micchi. La maggioranza blinda il contestato professionista, presente tra l'altro in aula. Ma non convince, considerati gli interventi del M5S che non si sono soffermati sul comportamento di Micchi, contestato nella mozione, ma hanno parlato del futuro delle municipalizzate e dell'obiettivo di salvarle. 



"Il documento - ha infatti chiarito Grasso - prende spunto proprio da quanto accaduto nei mesi scorsi, con la richiesta scritta del presidente Riccetti e Micchi che ha risposto di non condividere i documenti "con figure non pertinenti", e con il divieto non solo di accedere agli atti ma anche agli uffici di Hcs per noi consiglieri, che ha reso necessario anche l'intervento sul posto dei carabinieri. Un grave episodio di arbitraria limitazione dei poteri consiglieri come sanciti dalla legge". Una richiesta di rimozione dall'incarico che, a detta del capogruppo della Svolta, diventa ancora più logica anche a seguito della risposta del difensore civico del Lazio a cui si sono appellati i consiglieri e che, a fine dicembre, ha confermato come fosse "meritevole di accoglimento l'istanza di accesso agli atti", invitando Hcs "a provvedere all’ostensione di tutta la documentazione inerente tutta la gestione interna”. Risposta? Il liquidatore rimanda tutto al segretario generale e dei documenti niente. "Micchi si sente al di sopra di tutto, ma gli va ricordato che non è padrone di nulla qui. A tutto questo - ha aggiunto Grasso - si aggiungono i suoi lauti compensi, arrivati a circa 300mila euro,  un quadro economico finanziario peggiorato ed situazione debitorio aggravata. Senza dimenticare quanto riferito dall'assessore Savignani a dicembre, incontrando i sindacati, e parlando di Micchi come di un ramo secco da tagliare". 



A rincarare la dose il collega del Pd Marco Piendibene, il quale ha invitato tutti a votare la mozione "perché paradossalmente - ha spiegato - è a tutela di tutti i consiglieri, che dovrebbero sentirsi garantiti da un’eventuale decisione del Sindaco che, su questa situazione così grave, non ha preso mai posizione, come se non lo riguardasse. Dovreste ringraziarci perché questa mozione va a colmare una mancanza di azione e di iniziativa di un sindaco che, con ignavia, aspetta che la situazione si risolva da sola. Va a salvaguardia degli interessi e dei diritti di tutti i consiglieri comunali".



Ma dalla maggioranza è arrivata la bocciatura. "Spesso sul suo operato non sono stato d’accordo - ha spiegato il capogruppo del M5S Emanuele La Rosa - ma mi rendo conto che in ballo c’è il futuro dei lavoratori ed un piano di concordato che sta andando avanti con il lavoro di Micchi. Il nostro obiettivo rimane quello del salvataggio delle partecipate e della città". E così come fatto dal collega Rolando la Rosa, anche il capogruppo ha contestato le modalità con cui i consiglieri hanno richiesto l'accesso agli atti. "ll consigliere - ha aggiunto - deve passare attraverso il controllo analogo, che prima di noi non esisteva. La trasparenza non è andare negli uffici e pretendere tutto. La trasparenza si fa tramite uffici e procedure, non attraverso le “pupazzate”. Se Micchi va via va tutto all'aria". 



Anche il sindaco Cozzolino non si è soffermato sul comportamento del liquidatore e sulla disposizione, inevasa, del difensore civico della Regione Lazio, quanto sul comportamento dei consiglieri, "che non hanno sbagliato nel merito ma nel metodo. La richiesta non è stata fatta in modo corretto". Ha poi provato a dare la parola proprio a Micchi, "per avere ulteriori chiarimenti". Ma è stato il presidente del Consiglio Alessandra Riccetti a frenarlo. "Non è un consiglio aperto". Risposta che ha creato ulteriori tensioni tra i due. "Ritengo decisamente grave - ha commentato Emanuele La Rosa - non capisco perché il presidente Riccetti abbia voluto negare la parola al dottor Micchi. Sarebbe stato un atto di civiltà dargli contestualmente la possibilità di difendersi, possibilità che in genere viene negata solo nei luoghi dove la democrazia latita".   



"Bocciando questa mozione - ha concluso Grasso - si afferma il principio che qualsiasi dirigente può fare di tutto, passando sulla testa di noi consiglieri comunali. E comunque il cambio di liquidatore in questo momento sarebbe ininfluente nel procedimento di concordato".